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L’Antiracket “Capitano Ultimo” al fianco dello chef Pietro Parisi

Scriviamo facendo appello all’art. 18, all’art. 21 e all’art. 28 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Ormai è notizia di dominio pubblico. Presente su molti portali web, telegiornali, radio e servizi tv, lo chef Pietro Parisi è diventata un’icona per la Legalità. Avete letto bene, Legalità con L maiuscola. Ma avete letto anche il nome e cognome di un uomo che ha saputo “Dire No” al racket. Partenopeo, meglio se diciamo come si definisce lui, Vesuviano di origine, Pietro Parisi dopo anni di gavetta e scuola gastronomica all’estero, ha scelto di ritornare nella sua terra. Con il ristornate “Era Ora” sceglie di far conoscere la sua arte culinaria. Siamo a Palma Campania, in provincia di Napoli, alle pendici del Vesuvio. Da qui Pietro Parisi dal 2005 ha dato lavoro a chi ne aveva bisogno e ha aiutato i più deboli. La sua Mission è offrire un prodotto con amore e semplicità a chi sa gustare la vita. La sua scelta gastronomica è «Per educazione e scuola – ama ripetere – sono contrario a qualsiasi spreco, perché spesso è nelle parti meni nobili che si celano i sapori veri». Con queste due prerogative ha saputo conciliare lavoro e vita sociale, oltre quella personale. Una vita, però, “infastidita” da soprusi e minacce da chi voleva il suo danaro senza guadagnarlo. Stiamo parlando del racket, di quei soggetti che con prepotenza, efferatezza, delinquenza gli chiedeva il pizzo. E lui ha sempre detto “NO!” e come chi si è rivolto a noi, denunciando i suoi estorsori e consegnandoli alle Patrie Galere. Per questo che oggi noi dell’Associazione Antiracket Capitano Ultimo Onlus abbiamo deciso di essere al suo fianco. Non lo conosciamo di persona, per la verità, ma lo faremo presto. Una vicinanza che offriamo a  Pietro in nome della Legalità, della Giustizia, di quella forza di intenti che unita potrebbe far sortire una nuova generazione libera da malformazioni sociali che inducono a far del male. Noi siamo al suo fianco. Contestualmente e grazie alla tv abbiamo appreso che qualche giorno fa Pietro Parisi è stato ospitato da Rai2 per parlare di legalità, della sua battaglia contro  il racket. Lo ha fatto con il Procuratore Nicola Gratteri, da molti anni in prima linea contro ogni forma di criminalità, contro tutte le mafie. Da quella testimonianza televisiva son trascorse poche ore che anche le Forze dell’Ordine hanno voluto testimoniare la loro vicinanza a Pietro. Infatti su vari portali dell’informazione locale e nazionale, ma soprattutto grazie anche ai molti contatti che abbiamo anche attraverso il nostro ufficio stampa, siamo venuti a conoscenza di una nota stampa che ha destato in noi molto interesse. Sarà perché è nostra materia quotidiana la lotta contro il racket, contro i soprusi, contro l’usura, contro lo stalking e contro ogni forma di violenza, ma quello che ha fatto e detto lo chef Parisi trova in noi tutta la solidarietà, stima e vicinanza, oltre che la collaborazione se vorrà essere accolta dallo chef.

La nota stampa che condividiamo e riportiamo di seguito è del Coisp Napoli -coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forza di polizia-, a cura del suo ufficio stampa, che pubblichiamo fedelmente e per intero; una nota che esprime il suo punto di vista sui fatti di Palma Campania e Pietro Parisi.

«In una realtà dove pizzo e ricatto sono quasi nella quotidianità cresce una generazione nuova capace di ribellarsi al racket e alle angherie di affiliati al crimine organizzato o presunti tali. Dalle cronache di questi ultimi giorni si apprende di Pietro Parisi chef di fama internazionale che ha denunciato un presunto estortore alle forze dell’ordine e persino sui social. “A volte è difficile restare qui, anche se amo questa terra. Continuano a bussare alla mia porta.” Quando finirà questa storia”… sono queste le parole del coraggioso chef di “ Era Ora” sulla realtà campana. “Ribellarsi al pizzo è possibile anche in Campania il fatto di cronaca deve essere un esempio positivo per tutti i cittadini” dichiara Giulio Catuogno segretario generale Coisp Napoli. “Da sempre Napoli e territorio vivono la piaga del taglieggiamento. Il crimine organizzato si nutre grazie a questo, se un cittadino si ribella va sostenuto e deve diventare di esempio per gli altri. Combattere il pizzo è possibile se ogni vittima trova il coraggio di segnalare i fatti, esistono metodi a tutela dei cittadini che rendono possibile persino la segnalazione anonima.”

“A chiedere il pizzo ormai non sono solo gli affiliati al crimine organizzato, un po’ come in Gomorra chi non sa come sopravvivere si dedica a questo genere di azioni. Noi lo sosteniamo da sempre e non siamo i soli. Proprio nei giorni scorsi anche Pietro Parisi, lo chef di Palma di Campania, ha dichiarato “dalle mie parti hanno la camorra come modello e come aspirazione. Perciò ritengo Gomorra un esempio negativo. Perché fa credere a ragazzi come questo che si possa fare soldi senza lavorare, senza fatica.” “

“Pagare il pizzo, anche solo di 50 euro, assicura all’imprenditore la perdita della attività, la camorra, così le altre organizzazioni criminali, non hanno solo l’interesse a recuperare fondi in contanti ma lavorano per il prelievo totale di una attività commerciale. I clan più imprese tengono sotto ricatto più sono forti.” “Combattere il racket diventa prioritario: l’immediata denuncia alle forze dell’ordine è necessaria, sia che si tratti di un episodio isolato non riconducibile ai clan, sia che invece sia inequivocabilmente firmato dalla camorra” sostiene Giulio Catuogno segretario generale Coisp Napoli.

“I giovani lo sappiamo, sono influenzabili, spesso capita che l’eroe negativo venga emulato maggiormente proprio perchè rappresenterebbe la forza ed il coraggio. La spavalderia dell’eroe proposto dalle fiction nella realtà, troppo spesso, diventa arroganza e bullismo, gang giovanili e violenza metropolitana. Occorre pertanto una azione di prevenzione e non solo di repressione. Una azione costante anche nelle scuole con progetti di educazione alla legalità è fondamentale, in questo la Polizia di Stato è operativa già da tempo, le fiction come Gomorra non solo mettono in risalto una Napoli negativa e tetra, cosa lontana dalla realtà, ma soprattutto rallentano un percorso migliore da tempo ormai intrapreso”».

Noi ci siamo!!!

www.antiracketcapitanoultimo.com

 

 

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