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LARINO – ASSALTO A PORTAVALORI, CONDANNATI DUE SANSEVERESI

Assaltarono con i fucili a pompa e kalashnikov un portavalori diretto nei centri del cratere post sisma per la consegna di contanti negli uffici postali riuscendo a fare incetta di soldi per 400 mila euro. Durante il

 

movimentato «blitz» del commando armato, composto da sei malviventi, i rapinatori furono arrestati dalla Polizia. Il Tribunale di Larino ha condannato tre rapinatori della banda infliggendo condanne pesanti. Otto anni di carcere ad Antonio Di Mauro, di San Severo, considerato il «leader» del gruppo malavitoso. Cinque anni per Mario Mazzeo, anch’egli di San Severo. Tre mesi, invece, con l’applicazione della condizionale sono andati all’ucraino Roman Pighel accusato di favoreggiamento. La posizione di quest’ultimo è stata considerata marginale rispetto alle altre dai giudici. Il difensore dello straniero, l’avvocato Nicola Porrazzo, ha comunque già annunciato ricorso in appello . Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro trenta giorni.

Le posizioni degli altri componenti della banda erano state definite in precedenza con rito abbreviato. I tre condannati, i primi di novembre del 2007, riuscirono a mettere a segno una rapina ai danni del mezzo partavalori pieno di contanti che avrebbe dovuto «sbarcare» nei diversi uffici dei centri del cratere sismico. Al momento dell’assalto a mano armata, il furgone blindato della società Ivri si trovava sulla strada tra Ripabottoni e Bonefro, centri distanti tra loro circa 11 chilometri. Quasi a metà tra i due paesi, piombarono contro le guardie giurate i malviventi armati fino ai denti con fucili a pompa e kalashnikov terrorizzando i vigilantes. Il gruppo di rapinatori dopo aver arraffato il «bottino» fuggì a bordo di due diverse auto di grossa cilindrata. Sulle loro tracce si lanciarono più squadre della Polizia del Basso Molise così come pugliesi. E proprio facendo irruzione in un casolare pugliese, a qualche chilometro dal confine con il Molise, riuscirono a far scattare le manette ai polsi di alcuni componenti della banda mentre altri furono presi durante la fuga. La Polizia riuscì anche a recuperare l’intero bottino.

A finire in manette furono: Mario Mazzeo, Antonio Di Mauro, Antonio Patruno, Antonio Mastropietro, residenti in Puglia tra San Severo e paesi limitrofi, insieme all’ucraino Roman Pighel ed Antonio Moffa, l’unico componente molisano del «sestetto d’oro», residente a Campodipietra, considerato dagli inquirenti il «basista» del gruppo. Il Tribunale di Larino, con rito ordinario, ha definito le posizioni di Di Mauro, Mazzeo e lo straniero mentre le situazioni giudiziarie degli altri tre sono già state definite con patteggiamento e rito abbreviato già da qualche anno.

L’avvocato di Pighel, Nicola Porrazzo di Bonefro, come accennato più sopra, ha annunciato di voler valutare, dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza del Tribunale, l’eventuale ricorso al giudizio di secondo grado per il suo assistito la cui posizione, ritiene il difensore, è marginale rispetto all’operato del resto del gruppo malavitoso. Dello stesso avviso, a quanto pare, sarebbero i difensori di fiducia degli altri imputati il cui ruolo è stato di primo piano. Tra un mese il deposito delle motivazioni.

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