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L’ARTE CONTEMPORANEA “OCCHIO CHE VEDE DENTRO IL SUO VEDERE”

"Solo lo sforzo di esprimere l’a-dimensionalità occupa lo spazio pittorico."

Solo la creatività ci può offrire una lettura nuova, diversa e alternativa della realtà. Solo se continueremo a ri-attivare l’inventiva saremo all’altezza di ri-creare l’invisibile. L’essenziale è invisibile agli occhi, scriveva Antoine de Saint-Exupéry.

Un tempo la pittura trasferiva, quasi fotograficamente, sul piano dell’immagine l’intuizione o l’interpretazione dell’artista. Oggi l’artista abbandona ogni controllo al fine di scavare, e sceverare, sempre più in profondità e poi esternare, nei modi e nelle forme più eterogenee, quel tutto che preme e che spinge per affiorare e tradursi attraverso il suo gesto pittorico. Che non conosce direzione e che è in grado di scatenare e di generare emozioni e impulsi, anche sconvolgenti.

I gesti dell’artista sono per sua natura, oggi decisamente più che nel passato, inusitati, a volte li crea ad hoc. Per questo non esiste punto di fuga, la prospettiva è trasgredita. Solo lo sforzo di esprimere l’a-dimensionalità occupa lo spazio pittorico.

Sogno, inconscio, materiali onirici si incontrano e si scontrano nella pittura: quel magma di certo e di incerto, che bon gré mal gré ci portiamo dentro. Con questo quid l’artista tenta di espugnare la superficie della tela, affinchè spazio pittorico e spazio esistenziale possano coincidere, sovrapporsi e fondersi. L’amalgama è l’ex-voto che l’artista presenta sull’altare dell’arte.

Nel vorticoso atto creativo le immagini restano impigliate indissolubilmente nel crudo spessore della densità materica, per essere poi tagliate dalla libera e ipnotica gestualità. Pulsazioni di una mano che genera neo-alfabeti sempre unici, pura e decantata sintassi dei segni. L’artista è il sacerdote di questa neo-semiotica, ponte tra segni e spazio-tela.

Nella pittura contemporanea i volumi e le forme sono filtrati, simbolizzati, frammentati, centrifugati con una libertà anarchica, randomica, decisamente parossistica: sintesi di una onnivora e inesausta apertura mentale, ricerca interiore pratica ed urgente.

Di fronte ad una pittura pregna e tracimante di significato, “intimamente pittorica”, scaturiscono complessi frattali dell’anima, che lo sguardo del fruitore, in un percorso di comprensione tanto affascinante quanto appassionante, si sforza con tutto il suo savoir-faire di penetrare e di interpretare. Scandagliare è un must dell’esistenza!

Ciò che illo tempore era disegno e/o abbozzo, studio preliminare, ora decade in un’evanescenza smemorata. La pittura sgorga dal primordiale colore, è dettata, anzi comandata, solo dal turgido impeto cromatico. E la scelta di un colore o di una linea non dipende dal mero e umorale arbitrio dell’artista, ma da un “principio della necessità interiore” (Kandinskij). In sostanza l’arte è materializzazione di quest’ultimo.

Senza questo potente “inventore” la neo-pittura astratta di Jackson Pollock, Emilio Vedova, Alberto Burri e Mario Schifano, non avrebbe preso forza e forma.

FEDORA SPINELLI

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