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Le emozioni di un piccolo pezzo di carta ingiallito

Carta, piuma e calamaio: gli strumenti base per uno scrittore o per un semplice giovane che sapesse scrivere almeno un minimo, per lo meno all’epoca di Leopardi. Chissà l’emozione nel combinare

 

insieme i due elementi, cercando di non macchiare, distrattamente, il foglio e poi…scrivere, scrivere fino a quando gli occhi non si chiudevano da soli o la mano implorava pietà perché stanca del troppo sforzo; chissà le ore spese alla luce di una candela per concludere un libro o, più semplicemente, per finire di scrivere una lettera da spedire l’indomani stesso. E chissà quanto tremavano le mani di colui che la portava al destinatario cercando di giungervi il più presto possibile, chissà la gioia nel riceverla e rileggerla cento, mille volte fino ad impararla a memoria, ricordando e portando nel cuore le parole più belle, le emozioni più forti. Le lettere sono come bimbi gelosi del proprio giocattolo, custodiscono meticolosamente ogni singola parola. Oggi non ci sono più penne e calamai, o meglio, probabilmente esistono anche ma fungono da soprammobili per la scrivani della mamma o del papà, per fare bella figura con gli ospiti; perché, signori miei, questa è l’epoca della tecnologia, dei cellulari e dei pc. Scrivere su un pezzo di carta ormai non va più di moda nemmeno a scuola. Ci sono i tablet a sostituire i libri e le mail arrivano velocemente in capo al mondo. Eh beh, perché mettersi a leggere una mail , imbambolati davanti al pc o un sms al cellulare commuove più d’ogni altra cosa! (Ammesso, poi, che sia scritta in Italiano e non in ItaGliano, con le x al posto dei “per” e le k al posto dei “che”) Tutto molto commovente, no?! Cosa può mai essere una lettere in confronto se non un banale pezzo di carta da bruciare?

Le nuove tecnologie saranno anche il massimo, veloci in tutto e per tutto ma non è la stessa cosa. Non è la stessa cosa che aprire una busta e vedere che lì c’è la risposta aspettata chissà da quanto, non è la stessa cosa che stringere un foglio al petto e poi sentire l’odore di chi ha composto quelle parole , non è la stessa cosa perché un lettera è una cosa semplice, che resta per sempre. Un sms, una mail inavvertitamente possono essere cancellati, la lettera, una volta conservata, resta lì e andandola a rivedere dopo anni, seppure vecchia e ingiallita, restituirà sempre lo stesso sentimento di quando la si è ricevuta per la prima volta.

Sarebbe bene, alle volte, ritornare a quando si utilizzava la candela, la penna e l’inchiostro e vivere l’emozione dell’attesa fremente di un piccolo ma prezioso pezzo di carta.

Francesca Panacciulli

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