LE ILLUSIONI DI PORFIRIO
di MICHELE MONACO
PORFIRIO, giovane precario sanseverese dal futuro incerto, abitava in vico Cicorielle a pochi metri da Piazza Municipio. Questo giovane disoccupato, incontrando il suo vecchio professore di scuola media (che viveva in un dignitoso sottano di via Montenero) ebbe a confessargli un suo desiderio e della sua intera famiglia. <<Prof, vorrei intraprendere la strada della politica, che ne dice? >> Il canuto insegnante lo scrutò a lungo dalla testa ai piedi, accese la sua vecchia pipa e gli rispose testualmente così: “Vedi, PORFIRIO, se hai questa intenzione io ti consiglierei prima di tutto di leggere attentamente un libro intitolato “Le basi morali di una società arretrata” (ed. Il Mulino). L’autore è il sociologo EDWARD C. BANFIELD, il quale alla fine di una ricerca condotta nel Mezzogiorno d’Italia, negli anni ’50, giunse alla conclusione che vi era una tendenza tipica della cultura meridionale e mediterranea secondo la quale gli individui di una comunità, appartenenti a tale cultura, cercano di massimizzare solamente i vantaggi materiali e immediati del proprio nucleo familiare, giustificandosi con il fatto che anche tutti gli altri si comportano allo stesso modo. Per questo, BANFIELD, coniò il termine “FAMILISMO AMORALE”. Un altro consiglio che sommessamente vorrei darti è quello di saper entrare ma soprattutto di “SAPER USCIRE” dall’attività politica. Molti non ci riescono, in preda ad un disturbo ossessivo-compulsivo si intestardiscono a reiterare la loro presenza nello stesso campo perché non sono in grado di affrontare nuove relazioni o una nuova idea di sé in altri campi della vita. Ma, attenzione. Questo non significa che non possano esserci persone che si dedicano a tempo pieno alla politica (sia nelle istituzioni, sia nei partiti). Il problema è – come dicevo – saper smettere. Vedi, PORFIRIO, è mia personale convinzione che perfino quando la passione politica è autentica, anche quando un incarico istituzionale o politico è stato svolto correttamente ed è stato apprezzato dalla collettività, persino in questo caso non si deve continuare all’infinito. Non sempre si accetta il fatto che “ti devi” fare da parte e vivere quel distacco non come una malinconica emarginazione, bensì come una nuova opportunità. Ti consiglierei di leggere anche un saggio di MAX WEBER: ”La politica come professione” (Einaudi- 1971) >>. PORFIRIO non capì bene quello che aveva ascoltato e se ne andò convinto che MAX WEBER fosse un centravanti tedesco, prossimo acquisto di una squadra di calcio del campionato italiano.