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Le poesie di Mario Bocola: uno sguardo sull’“io” più profondo

La celeberrima Enciclopedia Treccani descrive la poesia come l’“arte di produrre composizioni verbali in versi, cioè secondo determinate leggi metriche, o secondo altri tipi di restrizione”. Accanto alla sopra riportata definizione (piuttosto generica proprio per la sua natura intrinsecamente universale), molti hanno provato a dare una loro interpretazione di questa forma d’arte, che fosse più concreta e tangibile. Ungaretti, ad esempio, affermava che “la poesia è poesia quando porta con sé un segreto; per Monica Vitti, invece, “la poesia è una grazia, una possibilità di staccarsi per un po’ dalla terra e sognare, volare, usare le parole come speranze, come occhi nuovi per reinventare quello che vediamo”.

Mario Bocola – docente in materie letterarie e giornalista pubblicista, nonché Dottore di ricerca in Studi umanistici presso l’Università degli studi “G. D’Annunzio” di Chieti e Redattorede La Gazzetta di San Severo – nelle sue splendide poesie contenute nel volume collettaneo Percezioni (Edizioni Pagine, 2023) sembra andare oltre le definizioni semplicemente (se mai tale azione può dirsi semplice per qualcuno) per porsi a nudo di fronte al mondo.

Dalla finestra da cui osserva “la neve che scende / col suo bel candore bianco” all’angelo che porta “un fremito di felicità”, dalla “voce della luna che splende alla “bella estate”, Bocola – con un linguaggio diretto e immediato, ma mai banale e, anzi, sempre espressionista – non ha paura di raccontarsi solo e disperato con stesso (immagine di leopardiana memoria, ma rielaborata in chiave del tutto moderna).

La poesia di Bocola è poesia dell’“io”, soggettività piena che si fa verso; con un linguaggio a metà tra la confessione e il sussurro, tra la suggestione e il ricordo, l’Autore riesce a scavare nella sua interiorità e a tirarne fuori le ossa, gli aspetti più segreti, senza aver paura di far conoscere a tutti le sue ansie e i suoi timori. Perché solo in questo modo, con la naturalezza della sensibilità, Bocola è convinto che si possano portare in vita “tracciati di libertà e di amore”.

​​​​​​​​​​​​Giuseppe Settanni

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