LE … TEMPESTICHE DI MANFRINI
La notizia di stampa relativa al bando emesso dall’ASL PROVINCIALE DI FOGGIA per la locazione di uno stabile della superficie di mq 4500 (con termine di 15 giorni per le offerte) stride enormemente con il percorso imposto alla vendita di un terreno agricolo di mq 2000 richiesto da un operatore per finalità produttive di un opificio.
Le tempistiche sono palesemente differenti, nonostante i principi generali di buon andamento, celerità, trasparenza ed efficienza del procedimento amministrativo: l’imprenditore, nonostante il trascorrere
di un lasso inusitato, non riesce ancora a completare la pratica necessaria ad un investimento utile alla sua azienda, mentre altre iniziative trovano una evidente solerzia.
Non riteniamo che sia l’entità della operazione a dover derogare ai principi di cui sopra: non è condivisibile un doppiopesismo che valuti – probabilmente – la dimensione della questione.
Nel merito, poi, infuria una forte polemica, basata sulla valutazione di opportunità dell’intera operazione posta a base del bando: sempre in virtù dei principi sopra indicati, infatti, andrebbero effettuate approfondite valutazioni sullo stato dell’arte rispetto alla gestione del patrimonio immobiliare dell’ente.
Un monitoraggio degli immobili di proprietà ed in locazione ed un piano organico di riorganizzazione dell’intera pachidermica e ramificata organizzazione, passando da una verifica rispetto alla costruzione di una cittadella sanitaria, devono essere passaggi imprescindibili rispetto ad una oculata gestione delle scarne risorse.
Affittare, costruire, vendere, permutare … sono scelte che devono essere orientate all’efficienza del servizio ed al contenimento della spesa.
In tale contesto andrebbe effettuata una comparazione con i costi della sanità privata che, spesso, offrono servizi a costi inferiori rispetto a quelli delle strutture pubbliche, nonostante la nota problematica dei tetti di spesa.
Bene ha fatto l’assessore PENTASSUGLIA a bloccare i premi aziendali perché redatti – anche questi – senza un minimo di programmazione ed in assenza di una visione globale di tutta la sanità provinciale, pubblica e privata.
La politica è colpevole per la mancata attuazione della c.d. Riforma Bassanini, non riuscendo ad essere incisiva nella fase di controllo della gestione a valle dell’indirizzo, ma la tecnostruttura oggi possiede i mezzi e le azioni per raddrizzare la gestione disastrosa dell’amministrazione pubblica.
E’ urgente e assolutamente necessario cambiare uomini e mentalità.
Dott. Francesco Damone