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Leggerezza e sorriso, formazione con il padre della clownterapia Michael Christensen per Il Cuore Foggia

L’incontro con il primo clowndottore ha rappresentato un’anteprima mondiale. Jole Figurella: “Al centro, il potere trasformativo del ridere e delle buone emozioni anche all’interno degli ospedali”.

“Hai un problema??  Sii leggero!”. È questo il nuovo motto dei clowndottori de Il Cuore Foggia che, nei giorni scorsi, hanno avuto la possibilità di realizzare un momento di formazione con Michael Christensen, il primo clown a diventare – nel 1986 – “dottore”, cioè ad entrare in ospedale (il New York Central Hospital) per utilizzare le possibilità terapeutiche del ridere e delle buone emozioni.

L’approccio di Christensen è quello di affrontare la vita con “leggerezza” che non è superficialità, faciloneria o volubilità, ma è un comportamento naturale che fa vedere le cose in profondità, affrontandole con ottimismo ed energia: ciò che serve quando nella vita sembra tutto buio.

La formazione destinata ai clowndottori de Il Cuore Foggia ha rappresentato un’anteprima mondiale.  Michael Christensen, fondatore della “The Clown Care Unit”, è giunto da New York per raccontare come è nata la prima unità speciale di clowndottori, il cui scopo è quello di portare gioia e sorrisi all’interno degli ospedali pediatrici.

“La formazione svolta – spiega la presidente de Il Cuore Foggia, Jole Figurella – si è incentrata sul potere trasformativo del sorriso e della positività e nella scelta di vita di praticare e portare leggerezza anche nelle situazioni più difficili, che di leggero non hanno nulla. Attraverso esercizi, narrazioni e video, i partecipanti hanno avuto modo di riflettere su come la leggerezza sia una scelta coraggiosa e consapevole di guardare il mondo e di affrontare le avversità, riuscendo a scardinare le proprie difese e a raggiungere la propria autenticità per connettersi con gli altri”.

I clowndottori guidati da Jole Figurella proseguiranno ad elaborare questo approccio positivo attraverso laboratori specifici, perché – spiegano – “la leggerezza avvicina all’altro, aiuta a sentirsi comunità, favorendo solidarietà ed empatia. Come dice Christensen, si può imparare ad usarla come forma di prevenzione contro il rancore, l’odio e la tristezza e per accettare difetti, limiti ma anche ciò che non dipende da noi, imprevisti e problemi inclusi”.

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