
All’inizio il fatto di non andare a scuola per l’emergenza sanitaria era una bella occasione, accolta benissimo dagli 8 milioni di studenti italiani. Poi quando la cosa si è fatta terribilmente seria e lunga, allora è emerso tutto il rimpianto per essere lontani dalla scuola e –credo-che la didattica a distanza non abbia affatto attutito il dispiacere di non essere in un’aula.In questi giorni abbiamo letto il giudizio dell’Istituto TRECCANI che ha rilasciata la seguente icastica dichiarazione: <<LA SCUOLA NON E’ UN VIDEO, LA SCUOLA E’ UN’AULA!>>. Un’ aula che non ebbero affattomolti studenti di San Severo nell’anno scolastico 1943-44, anno in cui dovettero saltare l’intero anno scolastico perché privati letteralmente dei loro locali scolastici. In quell’anno vi fu un’altra emergenza, quella della guerra. Tutti gli edifici scolastici furono requisiti dalle truppe Anglo-Americane giunte il 28 settembre 1943 a San Severo. Mi sono chiesto come fu percepito questo avvenimento da un adolescente di allora, come fu vissuta la microstoria di una comunità attraverso la testimonianza di un ragazzo che nel 1943 doveva frequentare la scuola primaria o la scuola media.Ho cercato di documentarmi dapprima con la testimonianza diretta del nostro stimato concittadino ANTONIO D’ERRICO RAMIREZ, il quale ha dichiarato di non aver potuto frequentare la scuola <<Rosa Maltoni>>(oggi <<Pascoli>> e sede della Biblioteca Comunale di San Severo) ma di essere stato dirottato nella sacrestìa della Chiesa di S, Antonio Abate a frequentare – pensate-la prima classe.Un’altra testimonianza dei <<senza scuola>>è del compianto e indimenticato Notaio DINO ORSI il qualenel suo prezioso libro “C’era una volta…San Severo”racconta che tra settembre ed ottobre del 1943 gli Anglo-Americani utilizzarono per la loro permanenza gli edifici scolastici quali la scuola ROSA MALTONI, l’edificio DE AMICIS, l’ex monastero SAN BENEDETTO, il Liceo Classico TONDI e i locali adiacenti alla Chiesa della Libera (prima sede della Scuola Media PALMIERI).<<Dovevo frequentare la terza media –continua a raccontare il Notaio ORSI- e poiché le scuole erano requisite, ci distribuirono in vari posti di fortuna. Alla nostra classe, la 3^ A, toccò la Chiesa sconsacrata di SANT’ONOFRIO in Piazza Carmine((nella foto)). L’esame di 3^ media si svolse con la cattedra situata sulla soglia della chiesa per mancanza di luce e noi esaminandi, in attesa di essere interrogati, attendevamo in fila sulla piazza>>.
