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LETTERA AL MINISTRO ALFANO DI MIGLIO ED EMILIANO: ISTANTANEA SBIADITA DI UNA SITUAZIONE PIÙ TRAGICA

La settimana scorsa, a seguito delle centinaia di fatti di cronaca nerissima dell’ultimo periodo e dopo l’OMICIDIO PALUMBO, ultima ‘perla’ di una serie interminabile di atti criminali del nostro territorio, il Sindaco FRANCESCO MIGLIO e l’Assessore comunale alla Legalità MICHELE EMILIANO hanno indirizzato una lettera al Ministro dell’Interno ANGELINO ALFANO. Diciamo subito che la lettera è piuttosto ‘morbida’ e non dipinge totalmente le reali necessità di San Severo e suo hinterland in materia di ordine e sicurezza pubblica. Ma ecco per i nostri Lettori il testo integrale della lettera MIGLIO-EMILIANO al Ministro ALFANO:

“Gentile Ministro, la città di San

 

Severo, come la Capitanata in generale, da tempo è vittima di un escalation criminale che preoccupa le istituzioni locali e i cittadini. L’Amministrazione Comunale ha da tempo scelto la via della legalità e nelle proprie limitate competenze ha avviato un dialogo proficuo con la Prefettura, le forze dell’ordine e le associazioni di categoria. Nelle possibilità economiche dell’Ente, l’Amministrazione Comunale, ha aumentato l’organico della Polizia Locale full time. Siamo certi che gli sforzi fino a qui effettuati di prevenzione e di educazione alla legalità nei prossimi anni contribuiranno a migliorare la vivibilità cittadina, ma è necessario intervenire con azioni di controllo e repressione. Purtroppo da tempo le richieste di un maggiore organico del personale in servizio nelle forze dell’ordine sono cadute nel vuoto, lasciando sempre più sole le amministrazioni locali del territorio. Da anni gli organici delle forze dell’ordine sono sottodimensionati alla realtà territoriale e con il passare del tempo e i nuovi pensionamenti la situazione continuerà a peggiorare. San Severo, l’Alto Tavoliere e l’intera Capitanata non possono essere abbandonate, né i loro imprenditori, commercianti e cittadini possono essere dimenticati dal Governo. In qualità di primo cittadino chiedo a Lei Ministro, alla Direzione Distrettuale Antimafia, al Prefetto di Foggia e ai deputati e senatori pugliesi di condividere le preoccupazioni del territorio e vagliare sinergie comuni e condivise al fine di lanciare alla criminalità un segnale forte e chiaro. Ritengo che rispondere al grido d’allarme proveniente dai cittadini, dagli imprenditori e dai commercianti del territorio, sia un passo fondamentale per consolidare quel rapporto di fiducia nelle Istituzioni e nello Stato”.

Fin qui il testo della lettera. Innanzitutto una curiosità: la lettera parla al Ministro al plurale, visto che firmano MIGLIO ed EMILIANO. Ma poi l’estensore si è distratto e chiude la lettera con un APPELLO AL SINGOLARE del Sindaco al Ministro (“in qualità di primo cittadino…”). Ma questo è ovviamente il meno! Veniamo invece alla sostanza della lettera. Il tono secondo noi è discretamente deciso ma non sufficientemente tragico come la situazione imporrebbe. Ci si poteva soffermare di più sugli ultimi omicidi, sul mare di rapine che dall’estate scorsa sommergono San Severo di fango criminale, sui furti in abitazioni, sulle estorsioni a valanga, sulle bombe sotto casa a imprenditori e professionisti e sull’altro campionario di delinquenza che San Severo è capace di sciorinare meglio di tante altre città aggredite dal crimine in uno dei momenti più ‘spinosi’ della sua non proprio adamantina storia sociale, pur in presenza di una popolazione per la stragrande maggioranza laboriosa, onestae rispettosa delle leggi. Giusto il richiamo ai tanti ‘tagli’ degli organici delle Forze dell’Ordine in loco eternamente sottodimensionate eppure capaci di svolgere un lavoro il più possibile efficace; avremmo aggiunto che da decenni San Severo, pur essendo snodo ferroviario e di autobus importante, non ha più un posto di Polizia Ferroviaria, utile nello scalo e in prossimità di giorno e di notte. Un altro ‘scippo’ ai danni della Città mai sanato! Non ci è piaciuto il passaggio che dice che “l’Amministrazione Comunale ha da tempo scelto la via della legalità…” perché San Severo DA SEMPRE HA SCELTO TALE VIAe che però non riesce a percorrere fino in fondo per le lacune create nel presidio del territorio dalle scelte dello Stato, come appena evidenziato a proposito di organici delle Forze dell’Ordine. Sacrosanto anche il richiamo a tutte le Autorità che rappresentano il nostro territorio che, quasi sempre, hanno brillato per assenza, anche e soprattutto nei momenti più ‘caldi’, anzi TORRIDI, dell’ordine e della sicurezza pubblica. Tante volte anche in presenza di efferati omicidi non abbiamo avuto l’onore di vedere qui rappresentanti del Governo, del Parlamento nazionale e di altre realtà regionali deputate a tenere d’occhio tale preoccupante materia sociale. Né vale, di tanto in tanto, riunire un Comitato Provinciale in materia se poi non seguono fatti concreti per prevenire e, nel caso, reprimere i gravi reati che prima abbiamo elencato per sommi capi.Quanto all’invito a “lanciare alla criminalità un segnale forte e chiaro attraverso sinergie comuni e condivise” è nostro pane quotidiano e ne parliamo da tempo immemore ma anche su questo punto non ci sono orecchie disposte ad ascoltare. Ma su questi argomenti ed obiettivi ‘sensibili’ per la vita collettiva di casa nostra, questa testata giornalistica (cartacea e on line) sarà sempre rigorosa e decisa, dicendo come sempre pane al pane e vino al vino. E se vogliamo dirla tutta, ma qui ognuno è libero di pensarla come crede, nei panni degli amministratori di vertice di Palazzo Celestini avremmo chiuso con una sia pur larvata minaccia a rassegnare le dimissioni nel caso non accadesse nulla e nei prossimi mesi la situazione rimanesse così grave o divenisse addirittura più grave. Questo perchènon è giusto contare sempre sulle Istituzioni locali – quasi sempre le meno colpevoli, salvo nei casi di infiltrazioni mafiose – per metterci la faccia con la popolazione quando scorre sangue sul territorio e vengono superati tutti i livelli di guardia in fatto di rapine ed altri reati che continuamente mettono in pericolo la pubblica e privata incolumità. In chiusura alcune domande al nostro Palazzo: e se non succede niente? E se passano le settimane e i mesi e non veniamo degnati di presenze autorevoli e di risposte concludentie la ‘fiera del crimine’ non solo non chiude i battenti ma aumenta i suoi immondi e terrificanti spettacoli criminali? E se non ci accordano neppure qualche poliziotto e carabiniere in più e le presenze dei tutori dello Stato sul territorio anziché aumentare diminuiscono? A Palazzo di Città un pensierino a qualche altra mossa – magari più CLAMOROSA – lo faremmo già, visto che di promesse quasi mai mantenute le nostre Amministrazioni Comunali ne hanno digerite, dall’ultimo dopoguerra ad oggi, a tonnellate. E sarebbe dunque anche il caso di far sapere che qui questo…particolare bicarbonato collettivo, con la pazienza, è esaurito da tempo. La gente vuole uscire di casa tranquilla e pretende di tornarci. E, onestamente, non crediamo che chieda la luna ma solo…il minimo sindacale per una società che osa ancora definirsi DEMOCRATICA e CIVILE. E del resto il Sindaco MIGLIO ha giustamente chiuso richiamando il grido d’allarme dei CITTADINI TUTTI da rispettare come “un passo fondamentale per consolidare quel rapporto di fiducia nelle Istituzioni e nello Stato”. Auguriamoci che Roma si faccia viva, direttamene o via Bari o via Foggia, ma con i fatti e non con le ‘solite’ chiacchiere…!

DESIO CRISTALLI

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