Lettera alla Gazzetta: La location delle primarie poco adatta alla quantità di elettori
Riceviamo e pubblichiamo
Scrivo queste righe quando le neonate primarie del centrodestra sanseverese non sono ancora concluse. Non conosco quindi il nome della vincitrice, ma lo scontro sostanzialmente alla pari fra le due prime candidate lascia presagire pesanti strascichi ,comunque vada. La cosa che mi preme evidenziare è che un dato come l’affluenza che si sarebbe riscontrata era altamente prevedibile: infatti nelle primarie baresi, a fronte di una popolazione di 300 mila persone si sono avuti 13000 votanti, nel foggiano con solo 150 mila abitanti hanno votato comunque quasi 14000 persone, un decimo quindi. A San Severo dunque, dove la lotta si annunciava agguerrita da una rivalità accesa e ostinata, si poteva prevedere che almeno un decimo della popolazione, come nel capoluogo foggiano, potesse partecipare all’iniziativa. 55-60 mila abitanti, 5 mila, 6 mila votanti. E così è stato: 5200 sanseveresi. Ora qualsiasi persona sana di mente, conoscendo questo dato , mai organizzerebbe questo tipo di iniziativa in un locale come quello usato a San Severo. Costringere a votare, perchè si deve, in uno stanzone del genere in condizioni subumane, vuol dire svilire la persona, stuprare la bellezza dell’atto che è chiamato a compiere e il pregio dell’iniziativa stessa. Ecco che il gesto idealmente più alto possibile in democrazia, diventa possibile solo alle parti marginali della società tutta, chiamata a parteciparvi. Dando spettacolo orrendo e controproducente. Chiudo solo con l’augurio, che tali esperienze bestiali possano evitare in futuro il precludere l’accesso all’organizzazione di tali eventi, a persone capaci di gestire l’organizzazione delle manifestazioni pubbliche, con le abilità cognitive e pratiche adatte ai casi…
Stanislao Savino