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L’IMMIGRATO ZAMARRAM A SAN SEVERO

MARTINO, personaggio alquanto strano della comunità sanseverese, incontrando un suo vecchio insegnante, che viveva in un dignitoso sottano di via Soccorso nei pressi del “Palmento”, ebbe a chiedergli: “Professore, spesso mi sento dire se per caso vengo dalla Zamarra, mi chiamano ZAMARRISTA. Ma che cos’è la Zamarra? Il vecchio insegnante lo scrutò a lungo, corrucciò la fronte, e rispose: Beh, sin dal secondo dopoguerra, la contrada Zamarra, situata nella zona meridionale di San Severo, ha rappresentato, per diverse ragioni socio-economiche, uno dei luoghi più citati dai sanseveresi”. “Sì, capisco, ma da dove deriva questo termine che a me preoccupa?” “Ho capito, vuoi sapere il significato, l’etimologìa di Zamarra. Su questo argomento, ci sono due scuole di pensiero. La prima si rifà ai documenti 40,41 e 47 pubblicati dal sacerdote-archivista di Torremaggiore don TOMMASO LECCISOTTI nel suo volume “Monasterium Terrae Maioris. In esso si dice che nell’anno 1236, Federico II di Svevia, fece costruire un presidio fortificato nei pressi della località Santa Giusta (nei pressi della via per Lucera) affidandone la custodia ai suoi fedeli e stimati soldati Saraceni, provenienti – per suo ordine – dalla Sicilia a Lucera. Poiché in arabo la parola Czar designa un piccolo luogo fortificato e Omar è un comunissimo nome tra i cittadini islamici, accostando Czar e Omar si è trasformato in Zà-Omar, successivamente trasformato in Zamarra. La seconda versione (più attendibile) è quella tratta dal libro San Severo nei secoli di UMBERTO PILLA e VITTORIO RUSSI. Alla nota 14 della pagina 40, si legge che il toponimo deriverebbe dal nome di un mercante saraceno ULMEN ZAMARRAM che con la sua famiglia possedeva dei terreni tra Lucera e San Severo dove, insieme ad altri saraceni, vendeva i suoi prodotti agricoli presso i mercati sanseveresi. Delle due versioni un fatto appare chiaro: il toponimo Zamarra ci richiama ad una fase della storia di una Capitanata multi-etnica quando FEDERICO II insediò nelle nostre campagne una massiccia colonia arabo-musulmana. Uno dei principali motivi per cui l’imperatore svevo concentrò i Mori a Lucera fu il desiderio di ripopolare quella zona devastata da Longobardi, Bizantini, Franchi e Normanni. Le terre del regio demanio vennero assegnate ai coloni arabi.  Con l’avvento degli Angioini – com’ è noto – questa presenza saracena venne letteralmente annientata. Ma questa è un’altra storia che ci porterebbe lontano. Ti basti sapere, adesso, da dove deriva il nome Zamarra e che il nostro territorio ha conosciuto nel corso dei secoli la convivenza multietnica, il dialogo interreligioso e multiculturale. L’epiteto ZAMARRISTA che t’hanno affibbiato, non c’entra nulla con tutto questo”.

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