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Lo scalatore di San Severo Leonardo Avezzano porta sul Kilimangiaro quattro rifugiati di guerra

L’AMBIZIOSO PROGETTO DI LEONARDO AVEZZANO

Lo scalatore sanseverese, Leonardo Avezzano, dopo la premiere del suo documentario “The Promise” all’International Film Festival di Amman si è diretto in Africa per un progetto speciale: portare in vetta al Kilimanjaro (5895 metri) 4 rifugiati colpiti dalla guerra. Shaqayeq (Afghanistan), Tania (Ucraina) e Adnan (Siria) e Safa (Siria).

I 4 rifugiati colpiti dalla guerra miravano a portare il messaggio che il dolore causato dalla guerra è universale. Anche la risposta dovrebbe essere tale. Il team ha scalato la montagna più alta dell’Africa per una giusta causa: raccogliere fondi sufficienti per INARA per curare 100 bambini colpiti dalla guerra.
Adnan è sulla sedia a rotelle per colpa di un cecchino che lo ha sparato alla schiena quando aveva 14 anni. Shaqayeq è fuggita dopo che i telebani hanno ucciso suo padre e minacciavano la sua vita. Tania ha perso i suoi cari nei bombardamenti che hanno disintegrato il suo paese. Safa ha subito ustioni su tutto il corpo dopo aver salvato i suoi fratelli nella casa in fiamme dopo i bombardamenti.
Il vero nome del Kilimangiaro (5895 metri) è Uhuru, che significa “Libertà”, nome appropriato per il messaggio che volevano portare in cima.
Ho imparato tanto da questi ragazzi: credi in te stesso, vivi il tuo sogno, lascia perdere ciò che non puoi controllare, concentrati su ciò che puoi controllare. Abbandona il tuo ego e sii libero. Puoi essere quello che vuoi essere. Niente è impossibile, anche quando il mondo fa di tutto per renderlo impossibile. Un cecchino non può fermare il sogno di essere un atleta olimpico, la politica e la guerra non possono fermare il sogno di essere un fotoreporter, essere un artista a Parigi, essere un architetto o semplicemente tornare a casa.

Sono grato di aver condiviso questo viaggio con mio fratello Mostafa Salameh (rifugiato palestinese) e la presidente di INARA Arwa Damon. Abbiamo avuto così tante sfide per mettere insieme questo progetto, sorrisi e lacrime, ma alla fine l’energia che abbiamo ricevuto da Shaqayeq, Tania, Adnan e Safa ci ha aiutato a rimanere in pista.

L’unico modo per fronteggiare un fenomeno come la guerra, creato da uomini ciechi e persi, è rimanere uniti e ripudiare la guerra, cercando modo di correggerne i suoi effetti.”

Chi vuole puo’ ancora donare e sostenere 100 bambini colpiti dalla guerra a questo link: https://inara.org/kili2022.

Siamo grati a Leonardo Avezzano per le sue straordinarie imprese per le vette del mondo e per azioni benefiche di altissimo profilo umanitario di cui si rende protagonista in un momento molto critico caratterizzato da conflitti e guerre in diverse zone del nostro pianeta Terra.

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