“L’oro blu” della diga di Occhito e la sua situazione attuale, senza trascurare “Piano dei Limiti”. Le fonti di approvvigionamento idrico della provincia di Foggia.
“La Regione Puglia – Sezione Protezione Civile – Centro Funzionale decentrato ha diramato un bollettino di criticità regionale, valutando, sulla base del bollettino di vigilanza meteorologica emesso il 25 gennaio, e tenuto conto delle precipitazioni osservate nelle ultime 24 ore, per la giornata mercoledì e giovedì elevata criticità per rischio idraulico diffuso sul ‘Basso Fortore’, per il transito di portate significative lungo l’asta del fiume Fortore per il deflusso dalla diga di Occhito”. Così era la scorsa settimana. Il Prefetto convoca il C.O.V. (Comitato Operativo Viabilità) per favorire la circolarità delle informazioni tra gli Enti a diverso titolo coinvolti, prevenire e contenere eventuali possibili situazioni di criticità con interventi mirati e tempestivi. “La situazione in atto della piena del citato corso d’acqua è attentamente monitorata mediante una costante informazione con gli Enti proprietari delle strade (A.N.A.S., Provincia di Foggia, Autostrade per l’Italia spa) e dei corsi d’acqua continuano dalla prefettura – con Rete Ferroviaria Italiana, con la Sezione Protezione Civile e la Sala Polifunzionale della Regione Puglia, con il Consorzio per la Bonifica della Capitanata – gestore della Diga di Occhito sono stati sensibilizzati i Vigili del Fuoco e ENEL spa”. Questo è un provvedimento che può ritenersi “di prassi”, nel caso in cui l’invaso di Occhito, tra i più grandi in Europa in “terra battuta”, sia alla quota in cui sia necessario aprire le paratoie. La diga, per semplificare il concetto, è come un lavandino che si riempie ed ha bisogno di far defluire l’acqua in modo controllato e in sicurezza. Fonti interne al Consorzio di Bonifica di Capitanata, così spiegano le procedure: Il limite di sfioro e di deflusso è a quota 195 metri (soglia fissa di sfioro). Il “Piano di laminazione” (controllato dalla Protezione civile, dalla Prefettura e dal Consorzio in sinergia tecnica) stabilisce cosa fare. Ci sono 3 paratoie che possono essere regolate da quota 195 m. a quota 192 m. per gestisce la piena. Occhito può contenere 247 milioni di m3 d’acqua in condizione di quiete e paratoie chiuse. Il Consorzio di Bonifica (una vera e propria azienda per numero di dipendenti), ente gestore, guidato dal presidente, Giuseppe De Filippo (le altre figure chiave sono: il direttore generale, Francesco Santoro; il responsabile della diga, Giuseppe Di Nunzio; il responsabile degli impianti, Antonio Celozzi; il tecnico degli impianti elettromeccanici, Bruno Contessa) della diga, fornisce acqua alla rete idrica dell’Acquedotto Pugliese (per il fabbisogno di circa 48 comuni della provincia di Foggia) per un totale di 60 milioni di m3, per i normali usi civili. Il resto, importante tanto quanto il primo impiego, va all’irrigazione e all’industria (100 milioni di m3). Considerando le variabili (compresa l’evaporazione) la diga di Occhito (chiamata così per il nome della zona in cui sorge) ha acqua a sufficienza per due anni. In particolari annate di siccità, in accordo con gli Enti preposti, si dà priorità agli usi civili. Ora, succede che, come normale amministrazione per il periodo invernale, c’è acqua in abbondanza e come previsto dal “Piano di laminazione”, le paratoie devono stare a quota 192-193-194 slm. Da qualche giorno (come viene riferito dal Consorzio) si sta facendo defluire l’acqua in modo naturale da quota 192 m. Il deflusso, avviene attraverso il “canale collettore” che collega la diga al fiume Fortore. Il bacino imbrifero di Occhito (che alimenta la diga) è di circa 1012 km2 a valle ci sono altri 600 km2 circa. Il Fortore, che ha diversi affluenti, attraversa fondi agricoli, passa sotto il ponte dell’autostrada A14, della Starda Statale 16 e della ferrovia. Il tutto converge nel punto sito in località Ripalta (dove c’è stata l’alluvione del ’05). A tale situazione si è aggiunta la pioggia (e lo scioglimento della neve), pur essendo un aspetto marginale (quello importante è il bacino imbrifero). Attualmente, la diga è scesa di livello e l’acqua sta defluendo normalmente. Il livello di ieri è diminuito di 20 cm. Per stare nel range, deve scendere almeno di altri 150 cm. e così il lago cala. Un pericolo imponderabile è la piena improvvisa. Ma non è questa la situazione attuale. Per tale ragione, la vita della diga è monitorata h 24 e diversi sono gli enti decisori oltre ai casi previsti dal Piano. La foce del Fortore è a 16 km e l’acqua viene versata nell’Adriatico, mentre potrebbe essere immagazzinata in una sorta di serbatoio di riserva, proprio per risolvere i problemi dell’approvvigionamento idrico nei casi di scarsa ricezione della diga, visto che è alimentata dal fiume Fortore e dai suoi affluenti, spesso a carattere torrentizio. È chiaro che pure il deflusso dell’acqua va monitorato, per evitare l’allagamento dei fondi agricoli, delle strade e della rete ferroviaria.
Beniamino PASCALE
Il back up di Occhito: Piano dei Limiti.
È una zona a valle della diga di Occhito e si presta bene per diventare un’altra diga in “terra battuta”, alimentata da Occhito. Un progetto pronto, di cui se ne parla solo quando c’è siccità e Occhito è ai minimi. Potrebbe essere un buon investimento, che farebbe lavorare tante persone e darebbe lavoro alla sua conclusione, senza trascurare che da sola, sarebbe sufficiente a servire i 48 comuni della provincia. Nei casi in cui vengono aperte le paratoie, anziché buttare l’acqua nel mare e correre il rischio di allagare fondi, strade e ferrovie, Piano dei Limiti sarebbe perfetta. Il Consorzio di Bonifica aveva già preparato il progetto (è chiuso in un cassetto), il cui investimento richiederebbe qualche centinaio di milioni di euro, quasi tutti finanziabili con fondi europei. La storia è complessa e di chiara pertinenza politica, data la competenza di Comuni, Provincia e Regione. Peccato che non si pensa al futuro, anche occupazionale. Si preferisce fare la cicala anziché la formica.
Beniamino PASCALE