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L’Ospedale non vuole l’eutanasia.

La nostra città è attanagliata  da una diffusa malavitosa criminalità, che non rende facile la vita a tutti i cittadini, non garantisce serenità, stabilità sociale. Diffonde incertezze  e instabilità.   A questa situazione di per sé già gravosa, va aggiunto il problema attuale che coinvolge la Sanità locale: il nostro Nosocomio   che rischia di  essere declassato dalla sua funzione di ospedale di 1° livello in Ospedale di base. Non si deve dimenticare che la salute è un diritto di tutti e l’ospedale è una struttura che deve essere a tutela e alla cura della comunità. La politica assente e deconcentrata sui cittadini, ma soprattutto sulle persone che soffrono, perchè la malattia, non ce lo dimentichiamo, è sofferenza, lascia che un luogo così  importante venga sventrato e declassato a causa di sconosciuti  appetiti. La salute pubblica, anzi la buona salute della nostra comunità garantisce lo sviluppo economico- sociale del territorio: tanto più si sta bene e curati bene, quanto più la società progredisce ed è civile.

Questi sono sempre stati gli obiettivi della Organizzazione Mondiale della Sanità. La politica cieca al progresso dei territori, sorda  alle urla di dolore della comunità si vende ai tagli indiscriminati, ingiusti, incivili di governi della precarietà e dell’impoverimento di territori ricchi di straordinaria cultura, di tradizioni legate alle eccellenze imprenditoriali, di tradizioni eno-culinarie di raffinata storia. La minacciosa possibilità della chiusura dell’Ospedale “Teresa Masselli” ghigliottina i diritti del malato di essere sempre assistito nella sua centralità di persona che soffre e con lui anche  i propri cari, che condividono sofferenza e sacrifici economici ed esistenziali..Il Riordino ospedaliero , quindi, se diventa uno  strumento per riequilibrare le disponibilità economiche, non deve comunque infierire sulla salute del cittadino che deve essere garantita e protetta attraverso una giusta fruizione dei servizi  della salute Il bacino di utenza del nostro ospedale è molto vasto,   considerando che il nostro, è un ospedale di frontiera e che come tale, accoglie utenze anche da altre province limitrofe. Spesso vari reparti sono stati acclarati come vere eccellenze di servizio sanitario e la chiusura di molti di essi,  come la  Ginecologia, la  Pediatria, la  Rianimazione, di certo non apporta beneficio alla memoria degli stessi che fino ad oggi sono stati efficienti e risolutivi nella guarigione di patologie serie. Le voci politiche, d’ altra parte, non confortano i cittadini sanseveresi, consci che i tagli ci saranno e con essi ci saranno perdite di posti, affastellamento professionale, confusione gestionale ecc ecc. Il nostro territorio va salvaguardato sotto l’ aspetto sanitario e  le problematiche  vanno approfondite con cura ed attenzione senza ingerenze politiche legate ad interessi  e logiche che esulano dal percorso sanitario territoriale dell’ Alto Tavoliere.

Ben vengano le varie manifestazioni, le fiaccolate cittadine, gli incontri , i confronti che servano, tuttavia, a garantire la continuazione e la presenza di strutture mediche che avvallino la volontà di non sminuire il nostro territorio, anzi, di renderlo più coeso e non frammentario nel quale il cittadino, indiscutibilmente, avverta di non essere mero strumento di una incomprensibile e dannosa logica politica, ma percepisca, al contrariodi,essere  protetto nella sua quotidianità esistenziale.

Antonio Demaio

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