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MA L’HOME ADVANTAGE NON ESISTE PIÙ?

di VANNI PELUSO CASSESE

La scorsa settimana seguivo la trasmissione di basket, condotta dal sanseverese PINO PISTILLO, che va in onda ogni martedì sul canale 99 di FoggiaTV. Ebbene, allorché è stato mostrato il tabellone con i risultati della 3^ giornata del campionato di serie A2, oltre la squillante vittoria della Cestistica San Severo a Fabriano, risaltava un altro dato. Le 6 sconfitte delle squadre di casa su 7 partite giocate. La circostanza, piuttosto sorprendente negli sport di squadra, mi ha riportato a quando, docente presso l’Università di Foggia, condussi una ricerca dal titolo “L’Home Advantage nel Campionato Italiano di Basket di serie A”. Con quell’indagine cercavo di contribuire alla comprensione del fenomeno definito appunto HOME ADVANTAGE, indicante l’incidenza che ha il ‘fattore campo’ sui risultati delle partite. All’uopo utilizzai i risultati di regular season e play off di ben 2.074 gare disputate negli 8 anni precedenti, fornitimi dalla Lega Basket. Nello studio oltre a presentare i probanti elementi statistici, tratteggiai altresì spunti di comprensione del fenomeno enunciato. L’indagine sollecitò l’interesse dell’allora Segretario Generale della Lega, ALESSANDRO CROVETTI, nome in seguito ben conosciuto ai sanseveresi, il quale dopo avermi chiesto di inviargli le risultanze dell’indagine, mi scrisse: <<nel suo studio ho trovato elementi di sicuro interesse anche per le nostre Società di serie ‘A’, e a tale proposito mi farebbe piacere avere la sua autorizzazione per poter inviare ai nostri Club copia del suo lavoro>>. Cosa che feci appieno. Ora, affezionati Lettori, non sto certo a tediarvi con la caterva di numeri e di analisi statistiche contenuti nel lavoro. Vi dò un dato facile facile, 65,90% di vittorie in casa nella regular season e 76,23 nei play off. Vi riassumo, inoltre, molto brevemente solo alcune considerazioni che possono giustificare il fenomeno del vantaggio di giocare in casa. È vero, i campi di basket sono tutti uguali, ovunque nel mondo, ma è lo…sfondo che cambia. E questo incide sulla percezione da parte dei giocatori di basilari punti di riferimento, particolarmente nel momento del tiro. Ciò ben si evidenzia allorché la squadra di casa è costretta a giocare, per indisponibilità o squalifica del proprio campo, su uno diverso. In questi casi, infatti, il fenomeno dell’Home Advantage si…affievolisce e di molto. Riporto anche quanto divulgato in una ricerca scientifica, nella quale si evidenzia che sono stati trovati livelli di testosterone più alto del 40% nei giocatori quando giocano in casa, rispetto a quando giocano fuori. Sappiamo che il testosterone è l’ormone che incide sull’aggressività e rende più rapidi i tempi di recupero. Un fenomeno questo che si instaura per…l’ancestrale tenacia a voler difendere il proprio territorio? Fattori, invece, che incidono negativamente sul rendimento dei giocatori della squadra ospitata sono quelli che coach esperti dovrebbero riuscire ad amministrare abbastanza agevolmente: il trasferimento, inteso quale momento di stress legato al viaggio – il controllo della dieta, evitando di far smarrire le normali abitudini – il controllo del riposo abituale – il…provare il campo esterno – il controllo degli imprevisti, evitando eccessivi momenti di disagio e distrazioni. Mentre più difficilmente amministrabili risultano essere: la sudditanza collegata alla condizione di ospite – l’impatto con il pubblico…non amico – la sorte di essere diretti da arbitri definiti ‘homers’, proprio perché influenzabili dalle manifestazioni del tifo casalingo. Ma che, forse, dovrò rivedere tutta la mia ricerca, se il trend del maggior numero di vittorie fuori casa dovesse persistere?

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