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MAFIE DI CAPITANATA: INQUIETANTE RELAZIONE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA

Una volta le organizzazioni delinquenziali di questa terra si dedicavano al furto di bestiame, al controllo delle guardianie e al racket delle estorsioni. Oggi queste cose sono superate e, anche se il racket continua a mietere vittime nell’intera Capitanata e a tutto spiano, ci sono ben altri interessi – a cominciare dagli omicidi e dal mercato della droga – che vengono sciorinati quotidianamente dalle MAFIE DI CAPITANATA, cioè quella foggiana-sanseverese, quella cerignolana e quella garganica. E proprio di loro si è occupata la delegazione del Consiglio Superiore della Magistratura, guidata dal Vice Presidente LEGNINI, nella sua attenta relazione consegnata poi al plenum del Consiglio nell’ultima seduta romana. E’ confermato che le mafie nostrane sono in piena evoluzione, come accaduto storicamente per le organizzazioni criminali siciliane, calabresi e casalesi, passate dalla dimensione familiare a quella imprenditoriale-industriale. Secondo gli esperti del CSM nazionale il moltiplicarsi dei profitti ha fatto aumentare la violenza per dirimere i conflitti interni ed imporre la propria legge sui rispettivi territori. C’è dunque la necessità assoluta di intervenire tempestivamente per evitare certi (poi inestirpabili!) radicamenti territoriali. Il Ministero dell’Interno, di recente, a seguito della strage con quattro morti di San Marco in Lamis, ha cominciato ad organizzare una risposta forte dello Stato in Capitanata. Dal canto suo, il CSM ha inviato numerosi magistrati di prima nomina in questa provincia ed ha seguito la positiva scia innovativa di lotta alla criminalità. Ma serve altro, a cominciare da una forza d’urto di intelligence delle Forze dell’Ordine con un potenziamento corposo degli apparati investigativi della Magistratura foggiana. Anche la gente, naturalmente, dovrà collaborare molto di più per far sì che le battaglie non siano impari e che la società civile possa avere il sopravvento sul mondo delinquenziale conterraneo. Un po’ di numeri contenuti nelle relazioni ufficiali di Stato possono aiutarci a capire meglio il grave fenomeno. L’80% degli oltre 300 delitti che negli ultimi 30 anni sono stati compiuti dalle mafie di Capitanata sono ancora irrisolti. Lo ha scritto la 6^ Commissione del CSM nella sua ultima relazione. Il quadro che emerge sulla VERTENZA SICUREZZA nel foggiano è preoccupante, visto che si parla di una “MAFIA FEROCE E PROFONDAMENTE RADICATA SUL TERRITORIO SU CUI ESERCITA UN VERO E PROPRIO CONTROLLO MILITARE. UN RADICAMENTO COSI’ FORTE DA PRODURRE UNA GENERALIZZARTA OMERTÀ. E NON E’ UN CASO CHE DAL 2007 NON CI SONO PIU’ PENTITI E CHE LE DENUNCE SONO PRESSOCHE’ INESISTENTI E I POCHI CITTADINI CHE LE PRESENTANO QUASI SEMPRE IN SEDE PROCESSUALE RITRATTANO”.Il business principale rimane tuttora il PIZZO, in varie forme: soldi, case regalate, posti di lavoro, assunzioni forzate di guardianie. Le vittime di estorsioni in questi ultimi anni sono passate addirittura a “un atteggiamento di volontaria sottomissione al fenomeno mafioso…recandosi addirittura loro dal mafioso per pagare il pizzo, anticipando addirittura in molti casi la richiesta. E lo fanno non per avere vantaggi ma consci che la loro vita e la loro attività non possono affrancarsi dalla protezione mafiosa”. Quanto alla MAFIA FOGGIANA-SANSEVERESE, ormai è in grado di coniugare tradizione criminale e modernità. “La tradizione è quella del familismo mafioso tipico della ‘ndrangheta e della ferocia spietata della camorra cutoliana; la modernità, invece, è la vocazione agli affari, la capacità di infiltrazione nel tessuto economico-sociale, la scelta strategica di colpire i centri nevralgici del sistema economico della provincia di Foggia, e cioè l’agricoltura, l’edilizia ed il turismo”. La riprova è nelle recenti inchieste che confermano la capacità mafiosa conterranea di infiltrarsi nella Pubblica Amministrazione. E allora secondo il CSM occorre “rompere l’omertà” con un’azione sinergica di tutte le Istituzioni. Occorre, cioè, “l’impegno di quanti ricoprono incarichi pubblici chiamati ad espungere chi al loro interno si è dimostrato permeabile alle influenze criminali”. E’ stato chiesto su questa scia strategica di “ASSUMERE TUTTE LE PIÙ URGENTI INIZIATIVE VOLTE AD ASSICURARE AGLI UFFICI GIUDIZIARI DI BARI E DI FOGGIA DEI PALAZZI DI GIUSTIZIA COPERTURE ADEGUATE ALLE ESIGENZE DI BUON FUNZIONAMENTO DELLA GIUSTIZIA, IN CONDIZIONI DI SICUREZZA E DI LOGISTICA SUFFICIENTI A GARANTIRE L’EFFICIENZA ED IL DECORO DELLE FUNZIONI GIUDIZIARIE”.

LA REDAZIONE

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