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Manfredonia, amianto e fusti pieni d’olio esausto gettati nel terreno, auto in un capannone abbandonato: “Una vera e propria bomba ecologica”

Gli Ispettori Ambientali Territoriali Civilis Endas: chiamano i Carabinieri Forestali 1515.

La discarica scoperta vicino allo Sciale degli Zingari nella riviera sud, a pochi chilometri dalla città di Manfredonia, lastre di Eternit,  pneumatici abbandonati in mezzo alla vegetazione, frigoriferi e rifiuti ingombranti, calcinacci, resti di tagli della vegetazione e due fusti pieni di olio esausto da 100 litri ciascuno, mentre in un capannone abbandonato rifiuti vari e una fiat panda 30 ( foto denuncia) .  Gli Ispettori Ambientali Territoriali in servizio al comando del gen. Giuseppe Marasco con il tenente Lino Murgo del Corpo volontari CIVILIS ENDAS hanno rinvenuto la discarica e tempestivamente chiamo il 1515, sopraggiungeva una pattuglia in servizio dei Carabinieri Forestali dell’Oasi Lago Salso di Manfredonia:  Fusti pieni d’olio i fusti, riferisce il comandante nazionale del Civilis Giuseppe Marasco, «non sono ben sigillati, visto che lasciano filtrare il loro contenuto sul terreno, con probabile inquinamento da percolazione di sostanza inquinante nella sottostante falda d’acqua lì affiorante e superficiale. I fusti sono in terra oltre a guaine di cavi elettrici,  gomme,  eternit lastre di amianto, materiale da risulta dell’edilizia e rifiuti vari, idonei ed indicativi dell’uso industriale». Chi li ha scaricati – riferisce il ten. Lino Murgo – si è ben premurato con una mola abrasiva di cancellare sia l’indirizzo di consegna dei fusti, sia i numeri identificativi anche se avrebbero lasciato tracce che permetteranno di identificare la provenienza.  Segnalazione alla Procura: Sul rinvenimento sono intervenuti i Carabinieri Forestali, con contestuale segnalazione alla Procura della Repubblica di Foggia e all’Ufficio ambiente del Comune di Manfredonia  “al fine sia di avviare le necessarie indagini ed emettere le ordinanze di sgombero a carico del proprietario del terreno”. “Nel caso si possa risalire alla mano criminale (come sembra) – conclude il comandate MARASCO – il responsabile rischia di pagare decine di migliaia di euro tra spese di processo, avvocati e maxi multa, oltre ovviamente alla bonifica dello stato dei luoghi”.

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