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Marina di Lesina: “Romagnoli cercasi” – lettera alla Gazzetta

“I romagnoli, quelli che Marina di Lesina – o Torre Fortore come si chiamava al tempo – l’hanno creata, lo sanno bene come si fa. Anche se la natura li annienta, si rimboccano le maniche e sgobbano.
E così, anche se quel che hanno non è proprio un bel mare, i turisti arrivano da ogni dove e vengono coccolati, sorpresi, intrattenuti così che spendono e ritornano e parlano infinitamente bene della Romagna.
Basta guardare i loro stabilimenti balneari a poche settimane dal disastro.
Certo che sono bravi, i romagnoli.
E noi?
Qual è la ragione per cui deturpiamo e annientiamo ciò che la natura di maestoso ci ha dato?
Lascio la risposta a chi ne sa più di me; azzardo, però, un’ipotesi.
Quando eravamo un popolo di contadini, abituati a lavorare sodo, il sacrificio era l’essenza stessa del nostro territorio.
Si lavorava e si sudava, si risparmiava e si metteva da parte per chi sarebbe venuto dopo.
Ora che non siamo né carne né pesce, preferiamo poltrire nel presente, soddisfare piccole esigenze, tirare a campare, perché pensare e, soprattutto, fare, significa cambiare e il cambiamento si sa, oltre a costare fatica, potrebbe tirare qualche brutto scherzo, sparigliare le carte, far sparire qualche privilegio.
Quindi meglio non muovere troppo le acque, non sporcarsi le mani, tanto chi verrà dopo si arrangerà.
Sarà il caso di mettere un cartello a Marina di Lesina: “Romagnoli cercasi”.
Chissà che qualche alluvionato non venga a darci una mano.”

Antonella Carretta

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