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MASSIMO RANIERI: “SONO INNAMORATO PAZZO DEL JAZZ”

Dopo l’album ‘MALIA’, il solenne battesimo ad Umbria jazz ed un giro di concerti con cinque stelle del calibro di ENRICO RAVA alla tromba e al flicorno, STEFANO DI BATTISTA ai sassofoni, RITA MARCOTULLI al pianoforte, RICCARDO FIORAVANTI al contrabbasso e STEFANO BAGNOLI alla batteria, MASSIMO RANIERI pubblica un secondo album con altre pietre miliari della storia della canzone napoletana intitolato ‘MALIA, CAPITOLO SECONDO’. Non un semplice momento di passione ma una grande storia d’amore lega oggi il ‘cantattore’ stacanovista alla musica jazz, scoperta veramente solo all’età di 65 anni. Il secondo capitolo del progetto (con la direzione artistica di MAURO PAGANI e la concreta ipotesi di un capitolo 3) è un nuovo viaggio musicale, tra improvvisazioni e virtuosismi di ampio respiro che nulla hanno a che vedere con i claustrofobici tempi imposti dalle radio, nella tradizione partenopea, da ‘Malafemmena’ a ‘Luna rossa’, da ‘Torero’ a ‘Tammurriata nera’ e ‘Dove sta Zazà’. Un omaggio un po’ nostalgico a Napoli, amata città natale, “da cui si parte per poi ritornare”, ma anche un inno all’eredità immensa lasciata da personaggi come ROBERTO MUROLO, RENATO CAROSONE, SERGIO BRUNI e TOTÒ. C’è anche una grande voglia di ricordare MIMMO MODUGNO cantando ‘Musetto’ e ‘Strada ‘nfosa’, una canzone ispirata da un venditore ambulante parigino in una giornata di pioggia. RANIERI cita MR. VOLARE anche quando parla del Festival di Sanremo: “Ho partecipato in età avanzata, come MODUGNO, ma ora basta. E’ una manifestazione per giovani. Io viaggio verso i 66 anni”, dice mentre gli occhi sorridono, a quasi 30 anni dal trionfo nel 1988 con l’intensa interpretazione di ‘Perdere l’amore’. Tornerà tuttavia a Sanremo il 12 dicembre per fare parte della giuria televisiva che sceglierà sei giovani finalisti della kermesse condotta e diretta da CARLO CONTI. L’avventura “affascinante” e “divertente” con il quintetto jazz (che ha fatto tappa a Catanzaro il 5 dicembre per il Festival d’autunno) sembra essere oggi la priorità assoluta di MASSIMO RANIERI, impegnato sempre su più fronti tra musica e prosa con tante parentesi di successo in tv. In teatro intanto continua a portare in scena il suo spettacolo su RAFFAELE VIVIANI, con un ricco calendario di date già chiuse fino a marzo (COMPRESA QUELLA DEL TEATRO ‘VERDI’ DI SAN SEVERO DEL 21 FEBBRAIO 2017 PER GLI ‘AMICI DELLA MUSICA’). La riscoperta artistica delle radici napoletane, con questa nuova chiave jazz, richiama alla mente il divertente aneddoto di un rimprovero amorevole nel momento in cui stava decollando la carriera di uno degli artisti più poliedrici e completi. Fu ANNA MAGNANI a dare il ‘la’ ad un giovane RANIERI. “Un giorno – racconta – lei mi disse: ‘Regazzi’, senti un po”sta canzone…’. Era Reginella, anche se io, giuro, non l’avevo mai sentita prima. Ad ANNA cascarono le braccia: ‘Non la conosci? Ma che razza di napoletano sei? Avanti, canta!”. E così, un po’ perplesso, iniziò a cantare.

    G.C.

 

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