MATTEO FRACCACRETA, UN GALANTUOMO E UOMO DI GRANDE CULTURA PRESTATO ALLA POLITICA
di GIUSEPPE CLEMENTE

Il 19 settembre ricorre il 250° anniversario della nascita di MATTEO FRACCACRETA, genio eclettico, che nacque a San Severo nel 1772. Iniziò gli studi nel “patrio Licaeo” e li proseguì a Napoli, dove conseguì la laurea in legge, ma si dedicò all’insegnamento di numerose discipline: eloquenza, greco antico, geografia e diritto naturale. Nel giugno del 1820 chiese e ottenne la dispensa dall’esame per entrare nella Magistratura ed esercitò per poco tempo la pratica forense. La fama di cui gode ancora oggi è dovuta alla sua opera enciclopedica Teatro Topografico Storico Poetico della Capitanata e degli altri luoghi più memorabili e limitrofi della Puglia, in sei volumi, che fu data alle stampe tra Napoli e Lucera dal 1828 al 1843 e della quale ARNALDO FORNI, Editore di Bologna, pubblicò nel 1974 una apprezzabile ristampa anastatica. Il Teatro è un’opera di erudizione preziosissima per chiunque voglia dedicarsi allo studio delle patrie memorie, contiene una infinità di documenti e di iscrizioni antiche, oggi non più rintracciabili, che offrono indispensabili notizie su luoghi e personaggi. Peccato che non abbia un indice analitico generale che permetta di trovare subito quello che interessa. Alcuni anni fa, prima che la FORNI chiudesse, chiesi alla titolare dell’azienda se era disposta a stampare un indice delle persone e delle cose da allegare all’opera. Avevo pronto un gruppo di giovani studiosi che in un paio di mesi lo avrebbe preparato senza alcuna spesa, ma mi rispose che dal punto di vista economico non conveniva alla casa editrice. MATTEO FRACCACRETA insegnò per trentasei anni prima nel seminario di Larino e poi in quello di San Severo e partecipò poco alla vita politica. Fu tuttavia, forse anche suo malgrado, sindaco della città nel 1810, in pieno Decennio francese, e svolse un ruolo determinante per il passaggio al comune dell’ex convento dei Celestini, il primo a essere soppresso in città. Il 27 gennaio 1810 per convincere l’intendente TURGIS gli sottopose un dettagliato piano di utilizzo dei locali, con tanto di piantina, dimostrando, conti alla mano, quanto poteva risparmiare la pubblica amministrazione. Non trascurò nulla, indicando, oltre ai vani che potevano dare alloggio ai soldati, anche quello che, nella parte “più rimota”, poteva accogliere “la ruota de’ proietti” e la custode. Il trasferimento degli uffici comunali nel convento della SS. Trinità rivestiva carattere d’urgenza, perché erano stati sistemati provvisoriamente nel vecchio teatro e il sindaco, indignato, faceva notare all’intendente che “non è possibile, né decente di esercitare tanti funzionari le loro cariche dentro un vecchio teatro in concorso cogli istrioni”. Il continuo sopraggiungere di truppe a San Severo costituiva un altro grosso problema per gli amministratori, che, non disponendo di “quartieri adatti” dove alloggiarle, erano costretti a sistemarle nel seminario e in alcune chiese. I soldati però, non contenti, spesso occupavano le case dei privati cittadini “con molte lagnanze de’ medesimi” contro il sindaco. La tensione giunse a tal punto che il 3 aprile 1810 MATTEO FRACCACRETA venne malmenato dai proprietari di alcune abitazioni letteralmente invase dalla truppa di un distaccamento di cavalleria. Umiliato nella sua dignità di uomo e di funzionario e non aduso agli intrighi e alla violenza, così scrisse all’intendente: “Badate, Eccellenza, che la carica da voi e da S. M. addossatami, è rispettabile, e credo che dalla parte mia fo il possibile per fare il mio dovere. Se volete sacrificarmi, son pronto a’ vostri cenni ed al bene della Patria, ma fate almeno rispettare questa carica e toglietemi da un continuo cimento col far tenere a questa comune quel locale” e si riferiva ovviamente al convento dei Celestini. Il lungo e complicato braccio di ferro fra l’amministrazione dei demani e il comune di San Severo ebbe termine, grazie proprio alla strada aperta dal Nostro, il 28 aprile 1813, quando un decreto di Murat lo cedette interamente al comune, perché vi stabilisse i propri uffici. Il municipio di San Severo prese effettivo possesso dei locali il 14 agosto 1813 e si attenne largamente al piano di utilizzo che aveva indicato MATTEO FRACCACRETA, che dopo lo spiacevole episodio, avvenuto tra l’altro nella pubblica piazza, visse appartato, lontano dalla vita pubblica, dedicandosi interamente ai suoi prediletti studi. Morì a Torremaggiore il 23 marzo 1857 ed è sepolto nella chiesa del convento dei Cappuccini a San Severo.
