Meno sicari e più coraggio. La combriccola Miglio, Damone, Sderlenga
Meno sicari e più coraggio. La combriccola Miglio, Damone, Sderlenga, continua a ritenere il telefono come l’unico mezzo di dialogo con la contro parte politica. Rigorosamente in segreto.
Un metodo che francamente considero poco edificante per un politico e che si inserisce in una strategia tanto chiara quanto deludente: non vogliono esporsi sulle questioni, al fine di non essere contraddetti al cospetto della
città. Una strategia da cui credono di ottenere dei vantaggi minimi in termini di consenso ma negativa per la necessità di avere un confronto vero sui temi.
E, diciamolo, anche un tantino vile. Spediscono in battaglia qualche consumato kamikaze o sicario politico (fate voi) che, non avendo molto da perdere, si pone con arroganza e ignoranza su questioni di cui lo stesso non ha conoscenza, se non sommaria, ma che, sopratutto, si impegna unicamente a diffamare per il solo gusto di fare rumore. Mi piace ricordare a me stesso, che il sicario Professore ( ma siamo sicuri che lo sia ?), che tra l’altro mi pare sia stato già indagato per diffamazione, negli ultimi 20 anni ha presentato contro il sottoscritto una valanga di esposti tutti sonoramente ARCHIVIATI dalla Procura, in alcuni dei quali proponeva le sue vaneggianti teorie scritte nell’articolo e che ancora oggi ripresenta in altra disgustosa salsa ben sapendo che la Magistratura si è espressa, dandogli torto.
Capisco perfettamente che il sicario è accecato dalla sua voglia di vendetta per non avermi visto suo complice in passato per ottenere un l’importante incarico di Vice Comandante dei vigili urbani, facendo domanda di mobilità interna, ma gli faccio presente che se non ha goduto di nessuna credibilità presso la Procura della Repubblica, non può pretendere di essere voce attendibile oggi.
Aggiungo, per rendere chiaro il concetto, che il soggetto in questione è noto per essere il Re del famoso detto “due pesi e due misure” atteso che le procedure per affidamenti di lavori sembrano essere impeccabili solo se avvengono in favore della sua ditta, mentre nascondono costantemente “imbrogli” se affidate ad altre. L’ingordigia e l’invidia fanno male alla salute e sopratutto non servono in politica.
Inoltre, proprio per rendere edotti anche coloro i quali non conoscono la inaffidabilità delle sue esternazioni, rendo noto che nel suo decalogo delle fandonie si parla di progettazioni per la rigenerazione urbana affidate a tecnici “vicini”. Ebbene, i tecnici coinvolti erano persone appartenenti indistintamente al centrodestra e al centrosinistra, a riprova di una gestione “super partes”, e, mi preme evidenziare, che tra quelli vi erano anche alcuni che oggi rivestono cariche politiche nel centrosinistra.
Detto questo torniamo a parlare dei mandanti perché il sicario “diffamatore di professione” fino a quando non verrà eletto e giudicato dal popolo ( ci ha provato numerose volte facendo cilecca) non potrà mai essere interlocutore politico del sottoscritto, sebbene lo stesso sicario lo desideri tanto e sebbene abbia avuto un costante pensiero per me negli anni.
Ritenta, sarai più fortunato. Magari, proprio se il Tar dovesse accogliere il ricorso.
Ma torniamo alla combriccola. Fa specie che, se anche costituita di personalità politiche navigate, l’allegra compagnia si serva di questi improbabili maestri privi di buone maniere, al solo fine di evitare un confronto sereno e per tappare la bocca all’opposizione con cattiveria inaudita. Domenica scorsa, con tutte le migliori intenzioni, ho cercato di promuovere una nuova stagione di dialogo nell’ottica della concordia.
Un appello concreto ad un mondo in guerra, dove il rispetto ha lasciato il posto alle offese. Registro purtroppo che tale appello, a meno di una settimana, è caduto nel vuoto di una politica oramai consumata in beghe strumentali per assenza di contenuti. Mi riferisco ad una reale incapacità nel dare soluzioni ai numerosi problemi della città, coperta dalla strategia della polemica sull’avversario.
In mezzo a tutta questa rissa, l’unica nota positiva è questa evidente continuità con quanto già fatto e predisposto dall’amministrazione che ho avuto l’ onere e il piacere di seguire al fianco dell’avv. Gianfranco Savino.
Sfortunatamente però la continuità riguarda solo le cose buone poiché se penso, invece, alle ultime spese pazze sulle consulenze e incarichi mi viene da dire che l’imitazione e la continuità non c’è stata.
In questo caso, è tutta farina del loro sacco. Pur ponendo il rispetto personale come condizione per affrontare i problemi, qualcuno invece continua a far sputare veleno a “in nome e per conto di”. I sicari si guardano bene dal fare i nomi, essendo stati già indagati e altri già rinviati a giudizio per le loro intemperanze: Miglio e gli amici continuano a non capire che i sicari rappresentano un ostacolo vero alla normale dialettica politica.
Chi ne fa le spese? La città e tutta la classe politica nel suo complesso. Oppure, devo malignamente pensare, che vogliono mettere a tacere l’opposizione esterna che pone fortemente in risalto le loro enormi lacune di gestione e la loro inadeguatezza ed improvvisazione dimostrata di questi tre mesi.
Più tasse, più delinquenza, più sprechi e zero lavoro! Miglio, Damone e Sderlenga è ora di fare politica vera ed è sopratutto ora di porre le basi per confronti politici autentici, senza cercare di screditare l’avversario attraverso l’utilizzo di sicari in cerca di uno spazio che il popolo gli ha mai voluto dare. Il centrodestra, statene certo, continua la sua sana e dura opposizione per il bene di questa città ormai già stanca di voi.
Fernando Caposiena