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Miros e Masserie protagonisti a Cannes

Vini di Capitanata dominano in Francia, e se tre indizi fanno una prova, nel giro di soli dodici mesi la cantina Terre Bianche di Lucera ha portato a casa tre medaglie d’argento dal Mondial du Rosé di Cannes, certificando di poter stare con i suoi vini nel ristretto club dei migliori del mondo, e per di più in un settore come il rosato dove la concorrenza è altissima e l’ambizione è sempre crescente.

Eppure “Miros” Nero di Troia e “Masserie” Nero di Troia sono state due etichette assolute protagoniste, applaudite dall’Unione degli Enologi francesi che allestiscono il più importante e autorevole concorso internazionale del settore.

In particolare, Miros era stato già premiato l’anno scorso nella stessa kermesse, per cui si tratta di una conferma affatto scontata per un rosato dal nome latino che richiama le meraviglie del territorio, sia dal punto di vista monumentale che eno-gastronomico. E’ stato ottenuto da una selezione delle uve Nero di Troia, lavorate a freddo e con brevissima macerazione.

Masserie, invece, è praticamente il suo fratello minore, caratterizzato da una lievissima gradazione inferiore, ma facente parte della stessa bellissima famiglia.

In realtà, Miros e Masserie sono membri di un eccezionale gruppo di vini dauni che sta mostrando la qualità del territorio di provenienza e anche quella delle aziende produttrici, negli ultimi anni maggiormente in grado di guardare a un contesto internazionale con cui misurarsi, cogliendo riscontri di grande valore che vanno pure al di là del singolo premio.

La traccia enologica oggi più evidente è sicuramente il Nero di Troia, simbolo prorompente dell’eno-gastronomia di Capitanata che è presente dall’Appennino al Gargano, dove non molti sanno che il botanico Nello Biscotti di Vico ha trovato la presenza di ceppi in vecchie vigne. E’ quindi una provincia straordinaria, nella quale si stanno costruendo percorsi e procedure ancorate alla tradizione ma mirate al raffinamento della filiera e a strategie commerciali che però non trascurino mai origini e contesti locali, nella consapevolezza di poter e dover mostrare la propria terra se si vuole proporre bene e meglio il proprio vino.

“Sin da quando siamo partiti cinque anni fa – spiega Mauro Cappabianca, enologo di Terre Bianche – abbiamo messo un punto fermo alla nostra alla filosofia aziendale: la qualità del vino si determina in primo luogo nel vigneto. Ed è la strada che stiamo percorrendo con grande impegno e appagamento, nonostante la nostra giovane età, e le attestazioni e i risultati degli ultimi tempi ci dimostrano la validità dei prodotti, ma soprattutto la consapevolezza di procedere nel modo giusto. E in ogni calice c’è la nostra storia”.

“Terre Bianche Vigneti e Cantine” è nata nel 2014 e il suo nome trae origine dai terreni bianchi calcarei dove sono impiantati i vigneti, in agro di Lucera e Torremaggiore. Su una superficie totale di circa 30 ettari, si trovano vitigni autoctoni, soprattutto Nero di Troia, bombino e falanghina.

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