Comunicati

Mons. Renna e l’accoglienza

“Mettiamo in pratica la quarta opera di misericordia corporale”. È l’esortazione alla chiesa locale, di S.E. Mons. Lucio Angelo Renna che riprende l’appello del Santo Padre. Così il Pastore della diocesi:

 << Carissimi sacerdoti, religiosi, religiose e cristiani laici,

l’appello che Papa Francesco ci ha rivolto domenica 6 settembre, ci sollecita a riflettere seriamente sulle sette opere di misericordia corporale: dar da mangiare agli affamati; dal da bere agli assetati; vestire gli ignudi; alloggiare i pellegrini; visitare gli infermi; visitare i carcerati; seppellire i morti.

Il momento che stiamo subendo, creato da dittature, da guerre, da terrore che spinge tantissimi, fratelli e sorelle di altre nazioni, culture, e confessioni religiose, a lasciare la propria patria in cerca di una “terra di speranza”, ci induce a meditare e vedere come mettere in pratica specialmente la quarta opera di misericordia, cioè sull’accoglienza degli immigrati e non solo.

Infatti i mezzi di comunicazione ci fanno conoscere quotidianamente le tantissime situazioni di vita subumana alle quali sono costretti moltissimi cittadini italiani. L’attenzione e la sensibilità nei confronti degli immigrati non può e non deve farci dimenticare gli italiani, i nostri vicini di casa, che languono e si disperano strozzati dall’indigenza più nera.

Le opere di misericordia non hanno orizzonti in questo oscuro momento della storia; non hanno preclusioni di nessun genere; non hanno né possono avere preferenze; ma la loro unica regola è “fare il possibile, tutto il possibile e non chiudere occhi e cuore”.

Senza ipocriti buonismi, cioè senza quelle forme di carità conclamata da chi, poi, in pratica pretende che a tradurla in opera siano gli altri! In questo frangente, ciascuno per la sua parte, deve rimboccarsi le maniche e darsi fare, senza guardare a quello che fanno gli altri.

Dove c’è qualche possibilità nelle parrocchie, nelle famiglie o personalmente, non tirarsi indietro ma dare ogni apporto, personale e comunitario, per una generosa risposta all’appello del Papa in favore di italiani e immigrati che versano in condizioni di vita disperata. Ogni segno e gesto di sensibilità è benedetto da Dio, il quale ci sta parlando attraverso la voce disperata di esseri umani trattati come e peggio degli animali. Basta girare per le nostre campagne, per le nostre vie per rendersi conto di come vive tanta gente.

Ricordiamoci anche che la disperazione spinge ad azioni criminali, sempre comunque inescusabili ma possibili: i giornali e notiziari televisivi ne sono quotidianamente pieni. Anche tra noi sono crescenti fenomeni di micro e macro criminalità. Alludo alle famigerate forme di caporalato e di delinquenza comune che sta mietendo tante vittime anche nella nostra terra.

Tutti insieme poi, dobbiamo bussare alle porte e ai cuori dei coloro che vivono nell’agiatezza sfrenata, in alcuni casi, per coinvolgerli in questo piano umanitario ineludibile e non rimandabile. Diceva Emmanuel Levinas: “I bisogni degli altri sono obblighi morali per me”.

Papa Francesco ci esorta: “Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati dal loro grido d’aiuto…Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo. È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta…sulle opere di misericordia. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina” (Misericordiae vultus, n.15).

In comunione di preghiera, vi benedico paternamente >>.

San Severo lì, 23 settembre 2015

       (san Pio da Pietrelcina)

 

 

  Direttore Ufficio Comunicazioni sociali/Addetto stampa della diocesi

dott. Beniamino PASCALE

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