In questi giorni mi è capitato di telefonare ad un vecchio artigianoche abita in una modesta casa del centro storico di San Severo. Dalla sua finestra si scorge il campanile della Cattedrale.– Alla domanda di come avesse trascorso il Natale , l’artigiano mi ha detto di aver apprezzato molto una lettera apparsa su un settimanale ( Famiglia Cristiana) pregandomi di divulgarla su queste pagine. Eccola: << NON CE NE VOGLIATE, CARI PADRI, MADRI, NONNI,ZII, se in questi giorni non verremo a trovarvi. Soprattutto noi figli e nipoti giramondo, che per lavoro,studi e amicizie, siamo costantemente a contatto con persone dalla provenienza più varia, vorremmo farvi sentire che vi vogliamo bene. Vi strizzeremo l’occhio invece che abbracciarvi, con le videochiamate cercheremo di sopperire– diciamo così- alle tavolate e alle tombolate. Telefoneremo di più, useremo di più le nuove tecnologie per vederci senza toccarci. Durerà poco, speriamo. E dopo ne usciremo ancora più forti. Voi, che ci avete spesso raccontato delle privazioni della guerra e degli anni difficili della nostra Italia, adesso ascoltate le nostre parole e i nostri consigli. Un giorno racconteremo insieme ai vostri pronipoti di quella volta che l’Italia… il coronavirus… la quarantena… Tutta l’Italia è mobilitata per arginare il contagio e contenere il virus. E a voi, che siete la parte di popolazione più esposta, sono dedicate attenzioni particolari. Perché tutti sanno bene che il nostro Paese è più anziano degli altri e non riuscire ad arginare l’epidemia potrebbe rivelarsi, per l’Italia, un problema più grave che per altre nazioni. In Europa siamo al primo posto, con i nostri circa 4 milioni di ultraottantenni, per popolazione anziana. E i dati Istat fotografano una situazione in cui già a partire dai 65 anni registriamo, nel nostro Paese, le prime fragilità. Fin qui la lettera che il vecchio artigiano ha letto con una forte emozione. … Poi ha aggiunto queste considerazioni “Oggi ci sono tante nonne e tanti nonni che aiutano assiduamente i nipoti tra gli zero e i quattordici anni e che sono, in Italia, oltre dieci milioni di “anziani attivi”. Un esercito di nonni che si occupa dei nipoti, spesso anche sostenendo il reddito dei genitori; sono educatori non “per mestiere”, ma nella quotidianità fatta di affetto, giochi, letture, storie, passeggiate, aiuto nei compiti, essi sono memoria del passato, testimonianza di valori e comportamenti”.