NESSUN RISCHIO DI CHIUSURA PER LA CASA CIRCONDARIALE DI SAN SEVERO

L’Editoriale di DESIO CRISTALLI
E’ capitato negli ultimi mesi che una solitaria voce sindacale di settore abbia ‘diagnosticato’ la possibile chiusura della Casa Circondariale di San Severo. Qualche altra voce locale ha subito smentito, basandosi su elementi raccolti a livello politico altolocato. Vista l’importanza di questo argomento – che prima di ogni altra cosa coinvolge il futuro lavorativo di tanti padri di famiglia… – abbiamo voluto svolgere una rapida ma accurata indagine. Ebbene da alcune fonti informate del mondo politico-sindacale abbiamo raccolto ampie rassicurazioni sul fatto che l’istituto carcerario sanseverese goda ottima salute! Le stesse e più autorevoli rassicurazioni ci sono pervenute dai vertici del nostro istituto di pena di Porta Torremaggiore che attualmente ospita circa CENTO DETENUTI, affidati alla custodia di UNA CINQUANTINA DI AGENTI DI POLIZIA PENITENZIARIA. Ad onore della nostra Casa Circondariale è giusto ricordare ai Lettori che, nel tempo, abbiamo documentato tante volte importanti operazioni di Polizia Giudiziaria che hanno impedito a sostanze stupefacenti e telefonini cellulari di penetrare nel carcere di Via Dotoli, affidato da parecchi anni alla Direttrice PATRIZIA ANDRIANELLO. E’ altrettanto giusto aggiungere che in questo carcere si svolgono varie attività socio-culturali, come la presentazione di libri, concerti di musica varia per i detenuti ed anche iniziative sportive che coinvolgono positivamente i reclusi per favorire, come vuole la legge nazionale, il loro reinserimento nella società in vista dell’espiazione della pena. Tutto questo a ribadire che non vi sono neppure minime avvisaglie di possibile chiusura dell’istituto. Tanto anche per rassicurare sia coloro che lavorano tra quella mura e sia i sanseveresi ed i cittadini dei paesi limitrofi che, più volte, ci hanno chiesto “una parola attendibile” (bontà loro!) sullo stato di salute di una Istituzione che da tempo immemore appartiene alla tradizione di questa terra. Si astenga dunque dal ‘fantasticare’ chi semina voci malevole sul conto di un nostro patrimonio socio-territoriale, alcuni decenni fa chiuso e poi fatto riaprire, dopo un’aspra battaglia col Ministero, soprattutto per merito dell’indimenticato Direttore storico UMBERTO SOLIMENE, tante volte strenuamente sostenuto dalle colonne di giornali nazionali e locali anche da chi firma questo Editoriale.
