Nicola Fuiano, torna con “I nostri incontri”, rivolti a tutti ma dedicati al mondo dei minori.
Nel primo appuntamento, si parlerà dell’uso indiscriminato di smartphone e tablet che possono viluppare patologie e portare all’involuzione dell’umanità: “Dal 2025, i genitori potrebbero accompagnare i figli al cimitero”.
Ritornano, “I nostri incontri” di Nicola Fuiano, pediatra e ricercatore, dedicati a tutti coloro che: “Amano i bambini e gli adolescenti”. Il 17 febbraio, alle ore 18.30, presso la scuola paritaria dell’infanzia e primaria “Suore Sacramentine di Bergamo”, a San Severo, suor Maria Gabriella Gomba, coordinatrice della scuola, presenterà la conferenza legata ad un tema sempre più attuale: “Lettura e scrittura nell’epoca di tablet e smartphone”. Così a suor Gabriella: “Il nostro invito è rivolto ai genitori, ai nonni, ai dirigenti scolastici, agli insegnanti, agli psicologi, ai pedagogisti, ai medici di medicina generale, ai pediatri di famiglia, agli psichiatri, ai neuropsichiatri infantili, ai sociologi e al mondo tutto dell’informazione!” Interverranno: il dr. Michele Germano, neuropsichiatra infantile dell’IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo, e la dott.ssa Nunzia Placentino psicologa-psicoterapeuta presso il presidio di riabilitazione “Valori“, di San Giovanni Rotondo. Il coordinamento scientifico è dr. Nicola Fuiano, che tanto dichiara: “Il problema è molto serio. Già tre anni fa, si è parlato di ‘Screen time limits’ (‘Limiti’, imposti, in Francia, con una legge dello Stato), dove si evidenzia che i bambini e gli adolescenti non possono tenere in mano smartphone, tablet e pc in modo illimitato. In pratica, si tratta del tempo massimo, nelle 24 ore, di uso dei cellullari, tablet, Tv, ecc. come dimostrano i documenti della Mayo Clinic. Più piccolo è il bambino, minore dev’esser il tempo legato all’uso degli apparecchi: al di sotto dei 3 anni, dovrebbe essere ‘zero’. In età pediatrica, il problema sta diventando molto serio e dal 2025 (fonte OMS), si potrebbe cominciare a pagare il conto”. Fuiano, entra nel merito, analizzando la questione, che rivela nefasti presagi. Oltre ad avere poche prospettive lavorative, i ragazzi potrebbero avere un’aspettativa di vita inferiore ai genitori o ai nonni: “Nei primi 1000 giorni di vita, partendo dal concepimento, le ‘Uncommunicable desease’, cioè le patologie croniche (sovrappeso, ipertensione, resistenza agli antibiotici, infiammazioni, depressione, ecc.) saranno una delle principali cause di sconvolgimento generazionale. Mi spiego: tra natalità in calo (oggi, a San Severo, nascono 440 bambini, mentre negli anni ’80 erano il triplo) e malattie croniche, correlate anche ad un eccessivo e indiscriminato uso degli strumenti tecnologici e loro applicazioni nella quotidianità, è ipotizzabile che potrebbero essere i genitori ad accompagnare i figli al cimitero (normalmente, sono i figli ad accompagnare i genitori nell’ultimo viaggio terreno). A questo punto – riflette Fuiano – che qualità di vita avranno questi ragazzi, se, al momento, diminuisce anche l’aspettativa di vita? Come detto, nel 2025 s’inizierà ad abbassare l’asticella”, e cita un dato molto significativo: “Citerò un dato molto preoccupante, relativo allo studio (‘Social Media use and children’s well being’) condotto dal ’10 al ’14 dall’Institute of Labor Economics di Scheffield (Inghilterra) su ragazzi dai 10 ai 15 anni, in cui: quanto maggiore è il tempo speso sui social, tanto inferiore diventa l’autostima e la percezione della famiglia, della scuola, e delle regole sociali. Questo tipo di problematiche coinvolgono il futuro di tutti noi”. Anche nel Belpaese, ci sono dati chiari e d inequivocabili che non vengono presi seriamente in considerazione: “C’è uno studio dell’università La Sapienza di Roma, (Facoltà di politica economica), condotto su 150.000 italiani che ha portato i ricercatori a dire che: L’uso indiscriminato dei social media è correlato in modo significativo e negativo sulla gratificazione personale, a cominciare da quella economica – riprende Fuiano – Più si è insoddisfatti e più ci si chiude nei social, anziché leggere, scrivere o frequentare persone. Con lo studio ‘Stop al cyberbullismo’, di Nicola Iannaccone, si evince che le ragazze sono i soggetti più sensibili ai commenti ‘postati’ sui social e nella Rete”. Le conclusioni di Nicola Fuiano, che comunque destano le coscienze e chi ha compiti educativi e istituzionali: “Non si sta facendo nulla per arginare il fenomeno, malgrado i tanti chiari segnali. Stiamo andando davvero incontro ad un’involuzione, ad una deriva dell’umanità, come prevista da Giovanni Paolo II. Col tempo più e più mamme ‘godono’ nel leggere quanto scritto e disegnato dai propri figli sul tablet. Possono mai immaginare che l’uso della tastiera porta a stimolare solo le aree parieto-occipitali del cervello? Di qui un incompleto sviluppo del sistema nervoso centrale. Non solo, ma il continuo uso di tastiere, la scarsa valorizzazione del corsivo, col tempo, portano a perdere l’abilità dei movimenti più fini ed essenziali del nostro corpo. Pensiamo alla Cappella Sistina, alle mille e mille testimonianze dell’arte espressioni autentiche della fine genialità e manualità dell’uomo. Possiamo davvero dire che la scrittura è autentico patrimonio dell’umanità”.
Beniamino PASCALE