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NO ALL’USO PRECOCE DI SMARTPHONE E SOCIAL

“OGNI TECNOLOGIA HA IL SUO GIUSTO TEMPO”. È la premessa con cui un gruppo di pedagogisti, psicoterapeuti, neurobiologi, neuropsichiatri infantili e altri esperti si è fatto promotore di una petizione, lanciata sulla piattafoma Change.org per chiedere al governo italiano una ulteriore stretta sugli smartphone: NIENTE TELEFONI PERSONALI A CHI HA MENO DI 14 ANNI E NESSUN PROFILO SOCIAL PER GLI UNDER 16. Un appello che ha prodotto un primo risultato: il divieto all’utilizzo degli smartphone in classe fino alla terza media – anche per scopi didattici. Aiutiamo le nuove generazioni, chiedono i firmatari dell’appello. Le prime sigle sono quelle del pedagogista DANIELE NOVARA, Direttore del Centro PsicoPedagogico di Milano e del medico e psicoterapeuta ALBERTO PELLAI. Seguono le firme di 24 esperti e di diversi esponenti di Unita (Unione nazionale interpreti teatro e audiovisivo), tra cui molti attori, da STEFANO ACCORSI a LUCA ZINGARETTI, da PAOLA CORTELLESI a PIERFRANCESCO FAVINO. Una iniziativa che smentisce chi a suo tempo (e ancora di recente) ha banalizzato la raccolta delle firme accusando i firmatari di essere dei “retrogradi”. IL LIBRO Vietato ai minori di 14 anni di ALBERTO PELLAI e BARBARA TAMBORINI, esperti di psicologia dell’età evolutiva, racchiude la loro esperienza frutto delle testimonianze dei genitori che incontrano ogni anno e rendono noti i risultati delle più recenti ricerche scientifiche che indagano il rapporto tra minori e strumenti tecnologici. Gli autori propongono un percorso di accompagnamento all’uso delle tecnologie che consentirebbero ai ragazzi di gestire in modo consapevole la loro futura vita online. Con molti esempi tratti dalle situazioni di tutti i giorni, gli autori suggeriscono alcune strategie per riempire il tempo dell’attesa, o quantomeno ritardare il più possibile il momento in cui i ragazzi avranno un dispositivo tutto per loro. Questa attesa a volte risulterà logorante per i continui litigi, in cui accuseranno i genitori di essere ANTICHI. Ma è un rischio che si ha il dovere di correre, di fronte ai dati sempre più allarmanti che stanno venendo alla luce sull’uso precoce e senza limiti delle tecnologie. Perché il ruolo di genitori è anche quello di combattere battaglie scomode, per il loro bene. Bisogna evitare che bambini e preadolescenti abbiano lo smartphone, il tablet o il computer. Evitare che ne abbiano uno personale fino ai 14 anni. La ragione è semplice: disporre di un dispositivo proprio che consente l’accesso alla rete non risponde ai loro bisogni e interferisce con la loro crescita. Il fatto che i ragazzi abbiano una confidenza che sembra innata con questi mezzi non significa che li sappiano usare davvero, che siano capaci di GESTIRE LA DIPENDENZA o l’enorme esposizione che il mondo online, con i videogiochi o con i social, può dare.

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