ComunicatiIn evidenzaPrima pagina

Noi, Dottori di ricerca abbandonati

“Gent.mo Direttore,
Le scrivo per descriverLe quella che è la situazione dei Dottori di Ricerca in Italia. Ad oggi, il Dottorato di Ricerca è il più alto grado di istruzione previsto nell’ordinamento accademico italiano. Ciononostante, dopo la selezione e il conseguimento del Titolo, lo stesso vale nella maggioranza dei casi meno di zero.
Noi Dottori di Ricerca e dottorandi, a tal proposito, ci siamo uniti, per richiedere al MIUR che sia garantita l’equiparazione del dottorato di ricerca all’abilitazione all’insegnamento, firmando una petizione che in pochi giorni ha raggiunto 5000 firme e inviando una lettera, a cui ad oggi non abbiamo ricevuto risposta. (https://www.change.org/p/miur-equiparare-il-dottorato-di-ricerca-all-abilitazione-per-l-insegnamento)
Sarei, quindi, onorata se Lei potesse far sentire, attraverso il Suo giornale, la nostra la voce; la voce di tanti giovani che ad oggi, non riescono a trovare un posto in questa società, perché da una parte “troppo indottrinati” e dall’altra troppo poco per poter accedere al settore dell’istruzione della nostra nazione. Nello specifico, le strade che intendiamo suggerire sono due: il riconoscimento del titolo di dottore di ricerca come direttamente abilitante o la possibilità di accedere a un eventuale percorso abilitante senza nessuna delle prove previste (i dottori di ricerca hanno, difatti, superato un concorso pubblico selettivo per accedere a limitati posti nelle scuole dottorali), ma che, eventualmente, offra la possibilità di integrare e maturare competenze pedagogico-didattiche sul campo, mediante un tirocinio formativo-esperenziale e/o attraverso lezioni in aula. Desidereremmo, inoltre, che ci venisse concesso l’accesso ai concorsi per il reclutamento degli insegnanti; d’altro canto, una sentenza del Consiglio di Stato ha accolto con riserva un gruppo di dottori di ricerca esclusi inizialmente dal concorso a cattedre della scorsa primavera perché non in possesso dell’abilitazione.
Consapevoli che in questo periodo sono all’attenzione del Parlamento i decreti attuativi della Legge 107/2015, ci auguriamo che, grazie anche alla Sua sensibilità nei confronti del tema, possa essere elaborata una versione definitiva dello “Schema di decreto legislativo recante riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria, per renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale della professione” (Atto del Governo 377 – cfr. http://www.camera.it/leg17/682…). In tal modo si potrebbe adeguatamente valorizzare l’esperienza culturale e didattica di chi ha conseguito il titolo universitario di Dottore di Ricerca – la cui importanza è diffusamente riconosciuta su scala europea – anche in Italia.
L’equiparazione, oltre a rendere la scelta del dottorato più appetibile a giovani di talento su cui altrimenti la prospettiva dell’emigrazione eserciterebbe un fascino irresistibile, permetterebbe di rinnovare e ampliare la scuola, inserendo persone altamente qualificate da un’esperienza di ricerca e di didattica pluriennali.
Ringraziando per l’attenzione,
Porgiamo cordiali saluti”
I firmatari della petizione

Altri articoli

Pulsante per tornare all'inizio