NON SOLO UN FRONTALE: ERANO QUATTRO I MEZZI COINVOLTI NELL’INCIDENTE FATALE A DI CANIO E SGUEO
NON SOLO UN FRONTALE: QUATTRO, DI CUI UNO “IGNOTO”, I MEZZI COINVOLTI NEL TERRIBILE INCIDENTE FATALE A MICHELE DI CANIO E A MICHELE SGUEO
Il verbale dei carabinieri racconta un’altra, ancora più terribile verità sul sinistro di domenica 24 gennaio lungo la Sp 109, che ha spezzato altre due, giovani vite
Non solo un tragico scontro frontale ma un tremendo incidente che ha visto coinvolti ben quattro mezzi, uno dei quali, peraltro, ignoto. Emerge un’altra, ancora più terribile e inquietante verità dal verbale dei carabinieri della compagnia di San Severo sul sinistro costato la vita, domenica 24 gennaio 2021, a due giovanissimi di Lucera, nel Foggiano: Michele Di Canio, di vent’anni, e l’amico Michele Sgueo, di 17.
La tragedia si è consumata alle 17.30 lungo la strada provinciale 109 San Severo-Lucera in corrispondenza del chilometro 3.8, nel territorio comunale di San Severo, già teatro di tanti drammi. Michele Di Canio nonostante l’età, era già un affermato pizzaiolo: dopo aver studiato ed essersi diplomato all’istituto alberghiero della sua città, si era formato in un corso ad hoc, si era fatto conoscere e apprezzare per la sua “arte” nei locali della zona e aveva persino vinto diversi premi. Anche l’Associazione Pizzaioli Garganici ha voluto esprimere il suo cordoglio per la morte del “giovane collega” stringendosi ai suoi cari. Domenica scorsa il ventenne stava percorrendo appunto la Sp 109 con la sua Fiat Punto nella quale trasportava Michele Sgueo, quando, per cause al vaglio dei carabinieri di San Severo, intervenuti per i rilievi, la vettura si è scontrata frontalmente con una Opel Mokka condotta da V. O., 42 anni, di Biccari, e con a bordo P. O., 37 anni, sempre di Biccari, che sono rimasti feriti ma se la sono cavata.
I due “Michele”, tuttavia, hanno avuto l’ulteriore sventura che sulla loro macchina, dopo il primo impatto, si è abbattuta all’altezza della fiancata anche una Mercedes G 320 condotta da M. G., 64 anni, pure lui di Lucera, che sopraggiungeva subito dopo e che evidentemente ha frenato troppo tardi. Ora gli inquirenti dovranno stabilire, anche sulla base delle lesività riscontrate sulle salme dei due ragazzi nella ricognizione esterna effettuata dal medico legale, se e quanto abbia inciso sul loro decesso questo successivo e violento urto: da prassi, in ogni caso, anche il conducente della Mercedes, unitamente a quello della Mokka, è indagato per omicidio stradale nell’ambito del procedimento penale aperto all’indomani della tragedia dalla Procura di Foggia, per il tramite del Pubblico Ministero, dott. Alessio Marangelli, che ha convalidato il sequestro probatorio dei veicoli coinvolti effettuato dai militari.
Ma all’appello ne manca uno. Nel rapporto degli inquirenti, infatti, figura anche un “veicolo D”, un’auto “ignota” il cui conducente si è allontanato: ad ora non si conosce il ruolo che avrebbe avuto quest’ulteriore mezzo e che da alcune indiscrezioni potrebbe aver causato una fatale turbativa.
Di fronte agli ancora tanti punti oscuri di questo drammatico incidente, i familiari di Michele Di Canio – che hanno dato l’estremo saluto al loro caro mercoledì nella basilica cattedrale di Lucera assieme a una folla commossa di parenti e amici, accorsi anche per i funerali di Michele Sgueo -, per fare piena luce sui fatti e sulle responsabilità, attraverso il responsabile della sede di Bari, Sabino De Benedictis, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini, che ha subito acquisito tutta la documentazione disponibile e già attivato i propri esperti per la sua disamina, a cominciare dall’ingegner Pietro Pallotti, il tutto in stretta collaborazione con l’avvocato penalista del Foro di Bari Aldo Fornari.
Studio3A confida che la Procura foggiana disponga al più presto una perizia cinematica per ricostruire con obiettività e precisione la dinamica e la cause del sinistro. Oltre ovviamente ad auspicare, così come la mamma, il papà, il fratello e i nonni di Michele, che si possa quanto prima risalire all’auto, se non “pirata”, di sicuro sconosciuta, e al suo conducente.