NUOVA AGGRESSIONE ALLA SPIAGGIA DI ZAIANA
Una storia che va avanti dal 2011 nell’impunità più totale
Ennesima aggressione al patrimonio naturale del Parco del Gargano. Con l’ausilio di mezzi meccanici è in corso lo sventramento della montagna per realizzare una strada di accesso alla splendida spiaggia di Zaiana, nel comune di Peschici.
Le immagini pervenute al WWF sono impressionanti. Nell’impunità più totale un escavatore dotato di martello pneumatico sta frantumando il costone roccioso per farsi strada verso la spiaggia.
È il completamento di un’opera ignobile avviata sin dal 2011, quando il WWF segnalò i primi tentativi di aggressione a quello che una volta era uno degli ultimi lembi incontaminati di costa garganica, con lavori di spianamento delle dune e di posizionamento di gazebo ed ombrelloni.
Nel marzo 2012 una nuova segnalazione, questa volta per il tentativo di apertura di una strada lungo il costone roccioso.
Nonostante fosse intervenuto il sequestro penale dell’area, a maggio dell’anno successivo il WWF segnalò all’Ente parco l’effettuazione di nuove operazioni di movimento terra con mezzi meccanici nella stessa area interessata dai lavori abusivi dell’anno precedente.
A seguito della segnalazione il comune di Peschici rispose di aver predisposto un progetto di ripristino dello stato dei luoghi che, di lì a poco, sarebbe stato realizzato.
Purtroppo, invece del ripristino, nell’estate 2013 venne completato lo scempio. Con i nuovi lavori, non si sa da chi realizzati, la strada abusiva sequestrata l’anno prima venne trasformata in una scalinata di cemento, con l’aggiunta di un ulteriore nuovo pezzo verso valle. Completavano l’opera una catena per bloccare il passaggio, una specie di “portale” per indicare l’inizio dei gradini, illuminazione elettrica lungo i gradini, e un bel parcheggio sul pianoro a monte della spiaggia.
Oggi evidentemente gli scalini non bastano più e si riprende l’opera avviata nel 2012 per completare il disegno criminoso in un’area che sulla carta dovrebbe essere supertutelata, essendo interessata dal vincolo paesaggistico e idrogeologico, dal PAI, dal Parco del Gargano e da un SIC.
Ci domandiamo dove sia lo Stato. Perché la magistratura, nel dissequestrare l’area nel 2012 per consentire i lavori di ripristino, non si sia accorta che, invece di ripristinare i luoghi, si è protratto lo scempio. Dove sia l’Ente parco che in sei anni non ha fatto nulla per riportare alla legalità questo pezzo di territorio.
Aspettiamo risposte.