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OMICIDIO CARAFA: LA CITTÀ NON DIMENTICA

Lo scorso 14 febbraio la Città ha accusato il colpo sociale dell’omicidio del pensionato 80enne ANTONIO CARAFA, domiciliato al n. 10 di Via Pignatelli (nella foto il portone dove abitava la vittima), la traversa proprio di fronte all’ingresso laterale delle Poste centrali. Quell’atroce fine ha lasciato un’amarezza profonda nella comunità cittadina, ora più preoccupata per la sorte e la tutela sociale di tanti anziani che vivono soli. Abbiamo voluto fotografare nelle ultime ore il portone di casa CARAFA, sul quale sono ancora ben visibili i sigilli apposti dai Carabinieri della Legione Puglia-Compagnia di San Severo. Davanti a quel portone, a rimarcare l’atrocità di quel che accadde la sera del 14 febbraio, si vedono ancora, a volte, alcuni capannelli di persone che ricordano i momenti salienti di quel che è accaduto e che catapultò la Città di San Severo all’attenzione della cronaca nera nazionale. A riprova della cristiana pietà che ancora avvolge quella triste storia di malvagità umana, qualche mano ignota, davanti a quel portone, silente testimone di ciò che è accaduto in quella modesta abitazione, ha depositato un fiore. Ora si aspetta che il processo al presunto assassino straniero possa fare chiarezza totale su quell’efferato delitto e che, se confermato dalle prove raccolte, chi ha ucciso ANTONIO CARAFA possa pagare il giusto debito alla società che conserva un caro ricordo di una persona buona e mite, uccisa a scopo di rapina pur non vivendo nel lusso ma in una casa modesta, a riprova di quanto oggi avviene persino per poter ‘razziare’ qualche centinaio di euro o anche meno. Che tristezza sul piano umano e cristiano!

DES. CRIS.

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