Cronaca

Operazione dei Cacciatori di Calabria sequestrati sette fucili calibro 12

I Carabinieri di Vieste che nelle scorse ore hanno arrestato il 63enne allevatore, Pasquale Colangelo. L’uomo deve rispondere delle accuse di detenzione illegale di armi clandestine e munizionamento, alterazione di armi e ricettazione. In un terreno nelle sue disponibilità, dove è solito far pascolare il proprio gregge, Colangelo celava ben sette fucili calibro 12, arma molto comune nelle faide garganiche. L’arsenale era ben nascosto in un muro a secco presso un terreno di pertinenza della masseria dell’allevatore, ubicata in località Costella, SS89 tra Peschici e Vieste.

Proprio in quel muro, i Cacciatori hanno recuperato tubi di plastica, uno zainetto e una scatola di cartone contenenti una vera e propria Santa Barbara. Oltre ai sette fucili di cui uno a canne mozze con matricola abrasa, tutti perfettamente funzionanti e ben mantenuti, i militari hanno trovato e sequestrato una canna per fucile priva di matricola, 4 kit per la pulizia delle armi, un passamontagna, 2 paia di guanti e quasi 500 cartucce di varie tipologie: nello specifico 177 cartucce calibro 12, 2 calibro 16, una calibro 6,2. E ancora, 106 cartucce calibro 7,5, 11 calibro 9×21, 25 calibro 7,65, 21 cartucce calibro 38 special, 98 calibro 22 LR e 33 cartucce calibro 7,62 per kalashnikov. Quest’ultimo ritrovamento, secondo il comandante provinciale dei carabinieri, Marco Aquilio che stamattina ha tenuto una conferenza stampa sulla vicenda, è ritenuto particolarmente interessante. I kalashnikov, infatti, sono molto più frequenti nel Cerignolano e nell’Alto Tavoliere, meno comuni sul Gargano. Colangelo custodiva tutte queste munizioni anche per i clan della Capitanata? Solo ulteriori indagini potranno svelarlo. Intanto si lavora per risalire alla provenienza di tutto il materiale sequestrato. Armi e munizioni saranno inviate al RIS per gli opportuni accertamenti biologici, dattiloscopici e balistici.

Per Colangelo, nel frattempo, si sono aperte le porte del carcere di Foggia. L’allevatore 63enne (con piccoli precedenti), un tempo vicino al vecchio boss, Angelo Notarangelo, morto ammazzato nel gennaio 2015, ora sarebbe contiguo a Girolamo Perna, soggetto appartenente al gruppo degli “scissionisti” guidato da Marco Raduano, ormai da tempo in conflitto proprio coi Notarangelo per il controllo del territorio. “Questa ennesima operazione dei Cacciatori di Calabria – ha evidenziato Aquilio – dimostra ancora una volta come sia pagante lo sforzo messo in atto dal governo dopo la strage di San Marco in Lamis”.

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