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PARCO DEL GARGANO, QUALCUNO REMA CONTRO L’IDENTITÁ TERRITORIALE

Bari, 1 feb. – In poco più di vent’anni siamo passati dalla contestazione alla convivenza.
Alcuni sul Gargano, dopo gli anni della contestazione all’area protetta e ai suoi organi rappresentanti, si appresterebbero a fare da stampella a una presidenza del Parco che le popolazioni garganiche non vogliono.
Il Parco in oltre 20 anni non è riuscito a radicarsi: rappresenta un territorio, ma non la sua comunità. È un contenitore senza contenuto. Questo interessa poco al ministro Galletti, a cui spetta la nomina del nuovo presidente e che in più occasioni ha dimostrato di non tenere all’appello delle popolazioni garganiche (vedi il referendum contro le trivelle), ma non può passare in silenzio sul Gargano, anche alla luce degli ultimi eventi e di una bocciatura, su più fronti, dell’azione dell’attuale presidenza che invece vuole rimanere saldamente ancorata alla poltrona.
C’è un territorio che boccia la presidenza Pecorella, ma ci sarebbero alcuni sindaci che, sordi al richiamo delle comunità amministrate, decidono di schierarsi dalla parte di chi non ha tenuto in conto le vere esigenze del Gargano. Si apprestano ad abdicare ai garganici d’importazione che promettono una visibilità fittizia e surrogata a tutto discapito del Promontorio che non riesce a esprimere una candidatura unitaria.
Ancora una volta alcuni stanno giocando in solitaria, sconfessando se stessi, ma senza eccessivi clamori, sottobanco, condannando così il Gargano a recitare ancora una volta un ruolo marginale, piegato alle logiche di una politica che non dialoga con il territorio.
A riguardo l’UdC è stata chiara. Lo abbiamo detto anche ad Emiliano e lo ripetiamo ancora una volta: il Parco del Gargano ha bisogno di una guida competente, fuori dalla politica ma senza gli estremismi di un ambientalismo che pone solo divieti e paletti che soffocano la libera impresa e lo sviluppo del territorio.
Dopo il regno di Pecorella, assessore provinciale all’ambiente, prima, commissario e presidente, poi, abbiamo bisogno di archiviare in fretta sette anni di governo con poca carne al fuoco.
Ma qualcuno sul Gargano, forse in cambio di un aiuto elettorale (in primavera saranno sei i Comuni in area Parco che rinnoveranno i consigli comunali), ha deciso di stare dalla parte del sovrano, dimenticandosi del popolo. Si scoprono civici, ma sono cinici.
Siamo alle solite per un posto al sole si baratta l’identità di un territorio.
Si è garganici solo a parole. Alla prova dei fatti si sceglie di stare dall’altra parte. Senza orgoglio. Senz’anima. Senza identità.

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