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Per la Peranzana si prefigura un’ottima annata ma si sta giocando un po’ in anticipo. Le considerazioni degli esperti.

Nell’era in cui c’è la tendenza a giocare “in anticipo” c’è da osservare che se ad ottobre sembra anacronistico vedere gli addobbi natalizi nei negozi, la raccolta delle olive specialmente della cultivar Peranzana lo è a maggior ragione. Al di là di questo aspetto, tutto porta a fare delle considerazioni ottimistiche su quella che è la campagna olearia 2021 perché le piante, sono sane. Ma, come si diceva, manca quell’educazione che caratterizzava i produttori a rispettare, e aspettare, i tempi della stagionalità perché non ha senso un discorso legato alla tradizione se poi manca il rispetto verso le piante cariche che soffrono dato che la drupa viene via con fatica. Un discorso che vale molto per la Peranzana. I pareri di produttori e trasformatori che sono nel triangolo dell’Alto Tavoliere, tipicizzato dalla Peranzana: Michele Dirodi, titolare dell’omonima azienda agricola di San Severo: “Si prevede senz’altro un’ottima annata perché le olive non sono state attaccate dai parassiti. La nostra Peranzana gode di ottima salute e, anche quest’anno, ci darà un olio extra vergine d’oliva di eccellenza. Non c’è una resa alta, chiaramente, perché si è all’inizio ma si va tra gli 12 e i 15 litri a quintale. Le olive si raccolgono fino a dicembre e la resa aumenterà, soprattutto in favore della Peranzana che, ad oggi, si vende a 50 Euro a quintale”. La questione trasformazione resta aperta perché c’è chi ancora, su larga scala, vende le olive e non chiude la filiera sul territorio: “Dobbiamo ribadire che bisogna trasformare il prodotto nei territori d’origine – ha evidenziato Dirodi – per evitare che le nostre olive arrivino dove vengono trasformate. Per l’Alto Tavoliere è un valore aggiunto di cui beneficiano tutti. Al Centro-Nord, ad esempio, c’è tanta richiesta di Peranzana”. Coltivazione, micro clima favorevole e aria salubre, così come la terra che deve restare incontaminata, produzione e trasformazione, devono essere le linee guida del territorio tipicizzato dalla Peranzana. “L’annata è ottimale perché le piante e i frutti sono sani da un punto di vista sanitario – ha dichiarato Rosario Di Scioscio, responsabile commerciale del frantoio/azienda agricola, Nonno Vittorio di Torremaggiore -. Si è iniziato in anticipo, a dire la verità, un po’ per la triste questione dei furti nelle campagne e un po’ per una strana frenesia da parte di qualche produttore. Chiaramente la resa è bassa, sempre perché la Peranzana ha i suoi tempi e fa ancora caldo. Per il prezzo, siamo intorno ai 50 Euro a quintale ma speriamo di poter dare qualcosa in più all’agricoltore nel proseguimento della campagna olearia”. Sulla tendenza a trasformare il prodotto in loco, una nota positiva arriva proprio da Rosario Di Scioscio: “Il nostro frantoio sta ricevendo richieste di molitura anche dai paesi limitrofi perché si avverte sempre più la necessità di trasformare e imbottigliare l’olio nel territorio d’origine. In virtù di ciò, quindi, stiamo collaborando con diversi produttori che stanno mettendo in bottiglia il proprio ‘oro verde’.  L’aumento di questa che non è più una tendenza ma una convinzione, dà più valore allo stesso olio extra vergine d’oliva di Peranzana dell’Alto Tavoliere”.

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