Perché non arriva l’atto amministrativo che decreta “monumentale”, l’ala antica del cimitero? C’è chi la chiede dal 2010.

Ci sarà “pace” per il Cimitero di San Severo? L’escalation di degrado sembra continuare, dicono tanti cittadini che, recandosi spesso nel luogo sacro notano ancora troppi ciclomotori ed automobili che circolano. In questi giorni, invece, c’è stato il “casus belli” dei loculi, sollevato dal consigliere comunale Dino Marino, a cui è seguita la risposta del sindaco, Francesco Miglio e dell’assessore ai Lavori Pubblici, Michele Del Sordo, che avevano fatto proprio riferimento alla salvaguardia della memoria storica, legata alle tante tombe di illustri sanseveresi, presenti nel luogo sacro. Da anni, non si smette di segnalare “il caso” (come un quotidiano provinciale, ad esempio) e la necessità di salvaguardare l’ala antica di sinistra, quella “Monumentale”, perché manomessa e con il rischio di scomparire per sempre. L’impegno dell’Amministrazione è evidente e qualcosa si muove. La barbarie che sta imperversando in tanti ambiti, non può veder offendere e lasciare indifesi i cari defunti e coloro che si recano a visitarli. Le risorse sono sicuramente un problema, ma non rappresentano un ostacolo, visto che sono in tanti, ad esempio, a non pagare la quota della lampada votiva, continuano a segnalare i “ben informati”. Ora però, oltre “al pensiero” c’è bisogno “dell’azione”, altrimenti restano solo buoni proponimenti, quelli legati all’atteso atto amministrativo promesso da novembre 2010, al controllo sui furti e i permessi concessi a tante auto di circolare nel cimitero. I “perché” dell’atto, sono questi: Le tombe gentilizie degli anni ‘800 e ‘900 e altre ancor più retrodatate, vanno tutelate e conservate, anche se dopo i famosi “100 anni”, cambiano proprietà e diventando possibile oggetto di varianti. Questi monumenti, patrimonio della “memoria storica”, non possono essere abbattuti. I marmi pregiati, le decorazioni, l’arte insita nel suo complesso architettonico, racchiudono le preziose storie di vita semplice e sincera, campestre, di guerra, di sacrificio, di educazione e formazione, di solidarietà, di scienza, di politica, di religione cristiana, di chi ci ha preceduti e ha permesso il progresso di questa vilipesa San Severo. Le tombe antiche, con il loro contenuto, oggetto di furti e profanazioni, vanno tutelate con un atto amministrativo che le consideri “Cimitero Monumentale”, come accaduto in tante città. Perché questa delibera/ordinanza stenta ad arrivare proprio su una questione di domino pubblico? Se non è collettivo, pubblico e di massimo interesse il cimitero, qual è l’argomento che gli è preminente? Era stato l’arch. Giovanni Di Capua a dire che: “Il camposanto di San Severo, è stato inaugurato all’alba del 16 luglio 1826, con il sindaco Michelangelo del Sordo e per l’occasione Matteo Fraccacreta ne scrisse un sonetto. Si entrava da quelle due casette centrali (lì ancora oggi: a destra quella del custode e a sinistra la camera mortuaria), con un semplice recinto. Il cimitero era a forma di trapezio (con la base minore, ndr) che si stringeva verso San Severo: ora è al contrario. Poche tombe gentilizie. Ben presto, gli amministratori dell’epoca si resero conto che era insufficiente per una San Severo in crescita e nacque la necessità di ampliarlo. La prima espansione avvenne nel 1860; la prima tomba abbattuta fu quella a sinistra dell’ingresso, di donna Colomba de Lucretiis; il primo cancello in metallo si vide nel 1897. Ora tutto è stato abbattuto, senza conservare niente. Si trattava di vere opere d’arte: qualcosa è ancora visibile nell’ala antica, quella di sinistra. C’è sicuramente da salvare quello che è rimasto, a cominciare dalla tomba in basalto scuro con una bella statua al centro”.
Beniamino PASCALE
