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PERCHĖ È SEMPRE PIÙ DIFFICILE FARE IL PUBBLICO AMMINISTRATORE?

di DESIO CRISTALLI

Quello dei pubblici amministratori a tutti i livelli (nazionali, regionali, provinciali e comunali) è forse diventato uno dei più difficili mestieri in assoluto. Ciò è dovuto soprattutto alla presenza dei social e delle testate informatiche accanto all’informazione tradizionale (cioè carta stampata, radio e televisione). Una pressione mediatica cosí composita ed agguerrita non è facile da sostenere, perchè l’opinione pubblica ha da tempo la possibilità di criticare direttamente la polItica e di crearle problemi di pubbliche relazioni e situazioni di complicata soluzione. E se l’amministratore pubblico non ‘impara’ a digerire le critiche, anche quelle più pungenti, allora la carica pubblica diventa un autentico calvario! La nostra città, sotto questo profilo, accanto ai tradizionali organi d’informazione, vede all’opera una marea di gente sui social (“giornalisti” aggiunti del giorno d’oggi…), oltre ad alcuni blogger ormai professionisti a tempo quasi pieno (due nomi locali per tutti, tra i più appariscenti e gettonati: IVON d’INCALCI con il suo torrenziale “YOULIVE” e ALDO MASSA che ha conquistato un altro rilevante spazio nel mondo locale di internet). Insomma ci sono molti più ‘creatori d’informazione’ (e per i pubblici amministratori conseguenzialmente molte più critiche di alcuni anni fa!) che fanno da punti di riferimento come possibili trascinatori di opinione pubblica. E cosí l’onda d’urto mediatica è molto più agguerrita di prima, allorchè i possibili “censori” dei nostri pubblici amministratori erano le tradizionali Redazioni di giornali, radio e televisioni. Si aggiunga a tutto ciò che le norme che regolamentano — o dovrebbero regolamentare — la materia sono ancora allo stato embrionale, atteso che anche il legislatore è stato spiazzato in questi ultimi tre lustri dall’ondata oceanica di social e della loro DEVASTANTE PRESENZA (in senso positivo ma anche negativo!!!) nella vita pubblica e privata. Evidenziato in poche parole tutto questo nuovo FENOMENO SOCIALE, ci permettiamo di suggerire ai pubblici amministratori di casa nostra di non perdere mai la calma e l’aplomb istituzionale, neppure di fronte alle critiche più astiose (ormai quasi senpre documentate da immagini che parlano chiaro!), atteso che qualunque reazione scomposta attira, matematicamente, violente polemiche che solitamente nuocciono come immagine più a chi amministra la ‘cosa pubblica’ che al suo occasionale detrattore, che ha l’indubitabile vantaggio di poter usare anche un LINGUAGGIO FORTE non avendo la preoccupazione di doversi sottoporre in tempo di elezioni — in Italia sempre dietro l’angolo… — al sempre scomodo giudizio popolare, che tiene ormai conto di ogni minuzia dei personaggi da votare. In conclusione conviene all’uomo pubblico che amministra una comunità, piccola o grande che sia, lasciar perdere i giudizi (e le polemiche) di limitata importanza, intervenendo direttamente in pubblico solo in caso di gravi scorrettezze, quando cioè, come si usa dire, PROPRIO NON SE NE PUÒ FARE A MENO!

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