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PROCESSO PERILLO: LE PERIZIE DEI TRE CONSULENTI TECNICI

L’Editoriale di DESIO CRISTALLI

Nel corso dell’ultima udienza del 10 dicembre scorso del processo per l’omicidio della sanseverese ROBERTA PERILLO, avvenuto l’11 luglio 2019 nell’abitazione della ragazza, la difesa del reo-confesso ha continuato a puntare sul riconoscimento dell’infermità mentale. E’ stato infatti ascoltato il prof. ANGELO RIGHETTI, consulente tecnico della difesa. Il suo intervento in aula si è concluso con la richiesta del riconoscimento della totale incapacità di intendere e di volere al momento del delitto. L’autorevole consulente tecnico ha risposto alle domande dell’avvocato della difesa MICHELE CURTOTTI, oltre che del pubblico ministero ROSA PENSA e dei legali di parte civile avvocati GUIDO de ROSSI, ROBERTO de ROSSI e CONSIGLIA SPONSANO. Per il prof. RIGHETTI l’omicida aveva problemi mentali, infatti – ha detto – “La storia clinica di questa persona è chiara, lo stato di sofferenza era molto importante”. Si è trattato di una posizione processuale totalmente opposta a quella del consulente tecnico dell’accusa, cioè il prof. ALESSANDRO MELUZZI che ha parlato di “abuso della psichiatria forense capace di rendere impuniti delitti che non hanno nulla a che vedere con la psichiatria e la psicopatologia”. Quanto al terzo consulente tecnico, cioè quello della Procura, prof. ROBERTO CATANESI, ritiene l’omicida affetto da un vizio parziale di mente. In pratica ognuno dei tre consulenti tecnici ha un’opinione diversa dagli altri. Tre perizie certificate che saranno analizzate a fondo in sede di giudizio dalla Corte d’Assise foggiana per formulare il verdetto. Va fatto rilevare per completezza d’informazione che nel corso della deposizione del consulente tecnico della difesa prof. ANGELO RIGHETTI, ci sono stati evidenti dissensi dei familiari della vittima, presenti in aula come in ogni udienza. Il padre di ROBERTA PERILLO, in particolare, ha abbandonato l’aula. Il processo proseguirà a gennaio, con l’escussione degli ultimi tre testi chiamati dalla difesa. Si dice che la sentenza dovrebbe essere emessa tra la primavera e l’inizio dell’estate del prossimo anno.

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