PROGETTO AMICI A LAVORO
Non di rado, soprattutto di questi tempi, capita di origliare discorsi in cui si evince un chiarissimo stato di confusione inerente le strategie, da mettere in atto, per la ricerca di un impiego; è per quanto possibile, il modus operandi per accedere a quel poco che il mercato attuale offre. Conseguenza fondamentale, oltre la mancanza del fattore principale, una distorta gestione delle informazioni; pratica che, a mio avviso, genera disorientamento, frustrazione, nonchè sfiducia; in un clima adornato da non facili problemi a sfondo sociale. Sovente taluni affidano le loro sorti a concetti bislacchi estrapolati chissà dove. Per non parlare, delle poco incoraggianti statistiche, che collocano la nostra cittadina, con un tasso di emigrazione allarmante, in cima alle classifiche per questo tipo di fenomeno, cosa di cui, molti di voi avranno sicuramente letto. Le persone disoccupate, hanno bisogno di confronto, certezze, dunque di essere ascoltate; non di essere abbandonate in una poco edificante solitudine. Del resto sul web, nonostante i numerosi siti e le pagine fb dedicate, i suggerimenti elargiti non raggiungono ancora, efficacemente, una grande fascia di popolazione; che per problematiche varie, non ha ancora dimestichezza nell’approccio di tali tecnologie, talvolta non possiede un accesso telematico costante; oppure, molto probabilmente, non si sente tutelata perché i consigli propinati sono proferiti dietro una tastiera.
Allora; è se ci fossero delle riunioni dove occupati e disoccupati possano scambiare consigli, aiuto nonché suggerimenti; dunque sostenersi a vicenda?
Ho volutamente nominato questa iniziativa, “ PROGETTO AMICI A LAVORO” appunto perché, questa proposta, punta a fare sentire meno sole le persone che hanno perso l’impiego o semplicemente sono alla ricerca del primo, situazione questa, ancor piu’ drammatica. (Idea fruibile sia per ente comunale, che associazione). Come dicevo; queste incresciose condizioni esistenziali rappresentano momenti delicatissimi associati, talvolta, ad una grande fragilità personale. L’unica cosa che aiuta in questi attimi; è condividere la propria storia, dunque elargire le proprie paure, alle altre persone nella stessa situazione; condizione questa, a mio avviso, che aiuta a stemperare il fattore “demoralizzazione”. Per questo ho creduto opportuna la creazione di gruppi di discussione; per permettere a chi, condivide la stessa incognita, di sostenersi a vicenda in questa fase dell’esistenza, naturalmente con l’intervento volontario di chi è riuscito, suo malgrado, a uscire da questa condizione, quindi sia di esempio e coraggio per chi ne sia ancora coinvolto. L’intuizione si fonda sul pensiero che perdere l’impiego o ricercarne uno, senza precedenti referenze; non significa solo vedere svanire in se stessi, orgoglio e dignità, dunque non poter gestire una regolare fonte di sostegno economico, ma vuol dire anche, sentir vacillare la fiducia; elemento fondamentale su cui l’individuo poggia le sue basi quotidiane. È un meccanismo che provoca senso di colpa e rabbia, ponendo in essere l’esistenza stessa, rendendo un calvario il ricollocamento. Alla base di queste fobie i tratti caratteristici associati, da cui prende forma la mia percezione dei fatti; recitano: “se arrivo a un colloquio pensando che non sono capace, il datore preposto, intuirà che sono fuori dal mercato del lavoro da tempo immemore, non sono tecnicamente avanzato, allora sarà evidente la mia sfiducia in volto; l’altro, sicuramente, noterà questa mia insicurezza; è convincerlo del fatto che sono adatto per quella posizione lavorativa sarà impossibile”. Inoltre, rimanere privati di questa forma di emancipazione, ci priva di una serie di relazioni sociali, ci si sente inevitabilmente più soli, più isolati, per questo un progetto come questo, se attuato, diventa così importante. Si potrebbe pensare di creare un ciclo di svariati incontri, a distanza di settimane, per dare a tutti l’opportunità di chiedere, nonchè sperimentare, i consigli ricevuti, dunque parlare e verificare i risultati ottenuti. Si tratterà di momenti di ascolto e confronto, in cui le persone condivideranno le proprie storie, il proprio stato d’animo. Spesso in gioco ci sono cose molto personali e non tutti riescono subito ad aprire se stessi agli altri, per qualcuno è veramente difficile, occorrerà tempo dunque, per completare egregiamente il percorso, durante il quale, si creeranno legami di fiducia, magari nuove amicizie; d’altronde tutti partono da un vissuto comune: sono persone a cui manca una certezza. L’idea è basata sulla relazione tra pari, vi sarà un moderatore che aiuterà a fare emergere un argomento su cui confrontarsi, ma si tratterà di un contesto amichevole, in cui i partecipanti, verranno incoraggiati a condividere la propria esperienza, magari scriverla per farla esporre al relatore di turno che offrirà, volontariamente, la propia opera. I soggetti coinvolti, potranno intentare progetti ideare piani per il futuro è magari, esporre informazioni su aziende e società che assumono, unire insieme le forze per fare imprese nel futuro. Fattori, quelli esposti, che permetteranno di acquisire fiducia e forse, finalmente, porre fine al problema. I piu’ forgiati in materia divulgheranno consigli su come inoltrare richieste nel districato mondo dei fondi, delle domande da compilare e relativi guazzabugli burocratici annessi. Attualmente, trovare una nuova occupazione o una, per la prima volta, non significa necessariamente trovare stabilità. Molti contratti durano solo qualche mese; è un gruppo di lavoro come questo può divenire, nel tempo, una miniera di consigli preziosi. In passato sperimentando sulla mia pelle queste difficoltà ho capito quanto sia importante il confronto con gli altri; perché è facile essere sopraffatti da una situazione del genere, il reciproco aiuto in questi casi è fondamentale ed aiuta a ritrovare la giusta prospettiva sulla propria condizione futura. Dialogare aiuta a vedere altre opportunità che magari non si erano mai considerate. La vita insomma non finisce quando si perde il lavoro, con la solidarietà si può risolvere anche questo problema.
Vincenzo Naturale