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PUNTUALIZZAZIONI IN MERITO ALL’ARTICOLO SUL SOCCORSO A UN ANZIANO A MARINA DI LESINA

Come è nostro dovere in difesa della professionalità della Redazione della GAZZETTA DI SAN SEVERO on line, torniamo per dovute puntualizzazioni in merito al caso del soccorso prestato ad un anziano in un lido di Marina di Lesina. Nel richiamato articolo è stato criticato solo il tempo impiegato per l’intervento e che, ribadiamo, è stato sottolineato da parecchie persone presenti all’incidente accaduto in mare allo sfortunato anziano bagnante. Per il resto abbiamo dato atto di tutto quello che gli operatori sanitari hanno fatto per tentare di salvare l’anziano, cioè il tentativo di rimetterlo in piedi sul posto, un controllo ecocardiografico, l’utilizzo di un respiratore per una più rapida rianimazione e la giusta e saggia decisione di condurlo all’Ospedale di San Severo per ulteriori terapie ai fini di una diagnosi più realistica. Ma i sanitari che hanno eseguito tale intervento sembra a noi che si siano infuriati in maniera spropositata, ricoprendo la nostra Redazione che ha VENTUNO ANNI di vita onorata con offese e diffamazioni gravissime e con parole che superano ogni tollerabililità nei confronti di operatori iscritti all’Albo dei Giornalisti da svariati decenni e che hanno uno specchiato curriculum professionale, mai intaccato da censure giudiziarie. Suggeriamo agli operatori interessati tutti di rileggersi, dopo aver sbollito l’ingiustificata rabbia per un semplice appunto sulla velocità o meno di intervento nel caso in questione, i termini di una volgarità inaudita usati per convincersi e convincere gli altri di avere tutte le ragioni di questo mondo. Noi invece, dopo aver ascoltato già esperti della materia giuridica, siamo convinti di aver potuto sbagliare solo sul conteggio dei minuti, peraltro fatto da numerosi presenti a cominciare da persone vicine all’anziano incidentato, mentre gli epiteti, le accuse e le VERE diffamazioni espresse dai sanitari interessati al caso e che abbiamo già provveduto a registrare meticolosamente esporrebbero, nel caso di una loro querela assolutamente ardita, ad una controquerela da valutare in merito ai danni morali e professionali quantomeno in proporzioni di gran lunga superiore per la violenza disumana degli epiteti e degli aggetivi usati in un momento di una furiosa e sconsiderata rabbia al cospetto di un articolo che, al di là ripetiamo, del tempo trascorso per l’arrivo dell’ambulanza sulla spiaggia lesinese non presenta la minima offesa professionale agli operatori e che anzi ne ribadisce la totale correttezza di quanto fatto per salvare l’anziano. Una domanda in merito all’ambulanza arrivata da Lesina: ma non dovrebbe essere presso il presidio di Marina di Lesina e dunque in grado di intervenire in sei-sette minuti al massimo in loco, atteso che in presenza di possibili casi di infarto, ad esempio, VENTI MINUTI potrebbero già essere fatali all’infartuato? Ci sembrerebbe la costante presenza di un’ambulanza a Marina di Lesina una cosa sanitariamente buona e giusta, al di là del caso in questione che ha ribadito comunque che si poteva intervenire più rapidamente se l’ambulanza fosse stata a poche centinaia di metri dal centralissimo lido dove è accaduto questo incidente. E comunque, nonostante il furore fuori posto e sconsiderato del linguaggio usato da chi ha effettuato l’intervento sanitario, l’Editore e la Redazione della nostra GAZZETTA hanno replicato subito con moderazione e signorilità, riconoscendo persino, pur con le testimonianze a favore di un ritardo nell’arrivo in spiaggia dell’ambulanza, che si può sbagliare sulla valutazione dei minuti da parte di parenti ed amici della persona incidentata, che hanno parlato appunto di un tempo minimo vicino alla mezz’ora e non di meno. In conclusione noi siamo stati subito propensi ad accettare la reazione pur scomposta, violenta e decisamente querelabile degli operatori sanitari, mentre loro hanno continuato a reagire a male parole ed insulti gravissimi che in sede giudiziaria potrebbero avere un peso rilevantissimo ai fini del giudizio di chi di dovere. Ripetiamo l’invito a riconsiderare quanto scritto guidati da una rabbia ingiustificata e a riflettere sulla pesatenzza di epiteti ed aggettivazioni che non dovrebbero mai essere usati da persone umane nel senso pieno del termine. Rimane, a conferma del nostro stato d’animo di assoluta tranquillità professionale per il dovere giornalistico fatto ancora un volta con piena onestà intellettuale e senza livori personali fuori posto, per giunta nei confronti di persone che non conosciamo personalmente, la nostra totale disponibilità ad incontrarci per chiarire de visu quello che può in fondo essere stato un equivoco sui tempi di attesa dell’intervento sanitario, ripetiamo, effettuato con rigore professionale, come traspare chiaro da quanto abbiamo scritto,per raccontare quanto accaduto quella mattina sulla spiaggia di Marina di Lesina. In caso contrario, siamo pronti a far valere la nostra buona fede e la nostra onestà professionale in tutte le sedi, certi di avere molte più ragioni degli interlocutori da far valere in questo caso soprattutto per la civiltà del linguaggio usato e per il rispetto delle persone che invece non è toccato a noi. 

                                                                                L’EDITORE E LA REDAZIONE

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