Cultura

RAFFAELE RECCA DEPUTATO IMPAVIDO

di MICHELE MONACO
A San Severo, nel secondo dopoguerra, la situazione economica è tragica. Il prof. TOMMASO FIORE grande umanista e meridionalista, nato ad Altamura, nel suo libro “Un popolo di formiche” riferendosi al dopoguerra di San Severo accennerà al …<<tragico problema della casa, della miseria, delle baracche che trova riscontro negli orrori dello ZIMOTERMICO già deposito di rifiuti di ogni sorta e poi rifugio di esseri umani e così al quartiere HOFFMANN e così a SAN BERARDINO …>>. La popolazione stremata dalla miseria, dalle malattie, dalla fame, ricorre a mille espedienti per sopravvivere. La disperazione porta ad occupazioni di terre e a compiere numerosi furti nelle campagne. Il primo Maggio del 1945 si verificherà un avvenimento straordinario, irripetibile: si terrà – eccezionalmente – in piazza ALDO MORO (già Piazza Carmine), una manifestazione popolare, con la presenza di LUIGI ALLEGATO e CARMINE CANNELONGA. Don FELICE CANELLI celebrerà una Messa per i tanti disoccupati in cerca di lavoro. Il discorso ufficiale sarà tenuto da un giovane intellettuale di nome NINO CASIGLIO. In quel maggio del 1945, in quella complessa e articolata unità delle rappresentanze religiose, politiche, sindacali e culturali, San Severo comincerà progressivamente a darsi una nuova classe dirigente che si farà carico delle terribili conseguenze del dopoguerra. Nel mese di giugno del 1946 emerge dal suo brillante percorso professionale, politico e istituzionale il Deputato Costituente RAFFAELE RECCA, eletto nel collegio Foggia-Bari con numerose preferenze delle elettrici ed elettori della sua San Severo. Memorabile il suo discorso alla Camera dei Deputati del 20 luglio 1946 con il quale contestò apertamente il suo Governo amico e il Sottosegretario di Stato, on. CORSI, che non aveva risposto a dovere ad una sua interrogazione. Ho cercato di sintetizzare al massimo il senso della sua replica: << SIG. SOTTOSEGRETARIO CORSI, LEI NON PUÒ FARE DELLA RABBIA E DEI DISORDINI DEI BRACCIANTI SANSEVERESI SOLO UNA QUESTIONE DI ORDINE PUBBLICO. VORREI SOTTOLINEARE CHE QUEI COMPORTAMENTI SONO DETTATI DA MOTIVI DI ORDINE SOCIO-ECONOMICO COME LA FAME, LA POVERTÀ, LA DISOCCUPAZIONE E LA MANCANZA DI ISTRUZIONE. PER MOLTI MIEI CONCITTADINI CHE VIVONO ANCORA NEI TUGURI CON FAMIGLIE NUMEROSE A CARICO, NON SERVONO LE CARICHE DELLA POLIZIA MA OCCORRE COSTRUIRE CASE POPOLARI E DELLE NECESSARIE OPERE PUBBLICHE PER DARE LAVORO A CHI NON LO HA MAI AVUTO>>.

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