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SAN SEVERO: RAGAZZI INCENSURATI ARRESTATI AD OTTOBRE – DEMOLITA LA TESI ACCUSATORIA

In data 13.10.2020 su molte testate giornalistiche on line veniva pubblicata una notizia dal titolo “SCOPERTO A SAN SEVERO UN COVO DI SPACCIO. I CARABINIERI ARRESTANO TRE GIOVANI, DUE DEI QUALI ANCORA INCENSURATI”.

Sul sito Stella d’Italia News. Com  (Magazine dedicato alle Forze Armate e alle Forze dell’Ordine) veniva espressamente indicato che il testo della notizia e la fotografia erano di proprietà del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia.

L’articolo riportava la notizia del 9.10.2020 dell’arresto di tre giovani, ad opera dei Carabinieri di San Severo, in quanto accusati da quest’ultimi e dalla Procura della Repubblica di Foggia di un presunto spaccio di sostanze stupefacenti.

Tutti e tre i ragazzi venivano immediatamente posti agli arresti domiciliari su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica dr.ssa Landi che venivano convalidati dal giudice dr. Andrea Giannone del Tribunale di Foggia che, a seguito dell’interrogatorio dei tre, ritenute attenuate le esigenze cautelari, per i due ragazzi incensurati sostituiva gli arresti domiciliari con l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

Tutti gli imputati giudicati con giudizio per direttissima facevano richiesta del rito abbreviato.

In data a 25.11.2020 il Giudice Monocratico del Tribunale Penale di Foggia – dr.ssaElena Paci – dopo un’ampia discussione dei difensori di fiducia e nonostante la richiesta di condanna della Pubblico Ministero ad 8 mesi di reclusione ed al pagamento della multa di Euro 800,00 per ognuno,assolveva i due ragazzi incensurati, uno difeso dall’avv. Guerino Infantel’altro difeso dall’avv. Simone Moffaper non aver commesso il fatto”, dall’infamante accusa di concorso ex art. 110 c.p. nel reato previsto e punito dall’art. 73 comma 1° e 5° d.p.r. n. 309/1990.

                I difensori hanno evidenziato al Giudice penale che, contrariamente a quanto riportato nella notizia giornalistica dell’arresto, dalle indagini della polizia giudiziaria non emergeva alcuna attività preliminare volta all’accertamento della presunta attività di spaccio di stupefacenti né tantomeno risultavano agli atti i “pazienti servizi di osservazione”.

                Il giovane assolto e difeso dell’avv. Infante, pur soddisfatto del risultato processuale ottenuto, resta però rammaricato del contenuto del predettoarticolo giornalistico di ottobre, soprattutto nei punti in cui sono state utilizzate espressioni infelici quali:

  • “due dei quali ancora incensurati”(addirittura nel titolo in grassetto maiuscolo);
  • “solo un’azione fulminea avrebbe potuto permettere di sorprendere gli spacciatori ancora con lo stupefacente” (dando così ai lettori una non corretta immagine degli arrestati, assumendo per certo che fossero tutti degli spacciatori).
  • e soprattutto quando lo stesso comunicato stampa ometteva di riferire che tanto la perquisizione personale quanto quella domiciliare dei due giovani poi assolti aveva dato sin dal primo momento esito negativo.

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