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“Religione e salute mentale”, ultimo libro di fra’ Francesco Cicorella.

L’assistente sociale in relazione al fenomeno religioso.

Parte da lontano la nascita del libro di fra’ Francesco Cicorella, ofm, che pone questioni importanti sulla “Religione e la salute mentale”, Fides Edizioni Bari, 2022. Un libro che sta dando spunti molto interessanti non solo da un punto di vista spirituale ma anche clinico. Francesco Cicorella è stato parroco a San Severo, per tre anni, nella chiesa di san Bernardino, e qui presenterà libro il 15 marzo oltre alla altre date che lo porteranno in giro per la Capitanata. Al momento, frate Francesco si occupa delle missioni “ad gentes” a livello della provincia francescana e vive a Manfredonia. Questa la genesi del libro e le finalità: “Si tratta, rivista ed aggiornata, della mia tesi di laure in Scienze del servizio sociale, ispirata dal contatto in i tanti pazienti del Centro di salute mentale di Termoli, dov’ero un po’ di anni fa. Tanti di loro mi hanno colpito perché c’erano, in senso buono, deliri e visioni. Devo dire – rivela fra’ Francesco – che per alcuni avevano anche una funzione terapeutica. Indipendentemente dalle credenze personali, l’assistente sociale, nel prendersi cura di chi sta vivendo un particolare momento di fragilità, non può prescindere dalla conoscenza del fenomeno religioso, per poterlo utilizzare come risorsa comunicativa. Pensiamo, per esempio a una donna vittima di tratta che viene dalla Nigeria: non si può non sapere cos’è il ‘Vodun’ e quali ripercussioni ha nella vita emotiva di una persona che è impregnata in quell’espressione religiosa. Non si deve avere paura di dire che il ‘contatto’ attraverso la religione può abbattere molti muri, oppure può risultare di ostruzione alla crescita armoniosa della persona”. Il libro traccia una sorta di mappa di navigazione attraverso la storia della follia, gli attuali riferimenti legislativi, l’analisi del pensiero di alcuni psicoanalisti e teologi, per rispondere ad una domanda: “La religione fa bene alla salute mentale?” Ovviamente la risposta non sarà una sola: “Dipende da cosa s’intende per religione; dipende se questi sistemi di credenze mettono al centro l’uomo e i suoi bisogni – ha precisato fra’ Francesco -. Apparentemente, religione e salute mentale sembrano dimensioni molto distanti nella vita quotidiana. In realtà, anche dopo aver svolto un percorso storico sulla tematica, scopriamo che la malattia mentale è stata spesso associata al mondo religioso, nella fenomenologia, e nel tentativo di affrontarla. È stato interessante ripercorrere la storia della salute mentale: dagli antichi greci che vedevano la causa della follia nell’invasione del soggetto da parte degli dei o degli spiriti maligni; passando così alla concezione dell’epoca rinascimentale del folle visto come una minaccia, o semplicemente come individuo superfluo da allontanare e rimuovere dalla coscienza sociale. In questo periodo, sorgono infatti i primi manicomi”. Nel tempo, cambiano le cose e le visioni: “Certamente – ha ripreso l’autore -. Chi imporrà una vera e propria svolta al trattamento della malattia mentale sarà Franco Basaglia, che ispirerà la Legge 180. Basaglia restituirà dignità al malato mentale, precedentemente considerato privo di diritti e dunque soggetto al potere dell’istituto manicomiale, alla mercé dei medici, delegati di quella società che l’ha allontanato ed escluso, più per motivi legati alla sua condizione sociale ed economica che non alla malattia in sé. Per questo ho voluto porre l’attenzione sul concetto di religione, su quanto un’immagine distorta di Dio possa influire sulla vita psichica e sull’equilibrio psico-affettivo dell’individuo. Si tratta di capire, dunque, quali siano le forme religiose che compromettono un buon rapporto con sé stessi, gli altri, le cose. Accennerò anche al fenomeno delle rivelazioni private – ha evidenziato Francesco Cicorella – su alcuni contenuti e sui messaggi veicolati da queste esperienze, cercando di comprendere quale sia il suo peso nella vita di chi si avvicina a questa realtà”. L’autore entra nel tecnico, parlando anche di una tecnica di riduzione dello stress (coping) e di messaggi che possono enfatizzare il senso di colpa: “Se da un lato abbiamo stigmatizzato i lati problematici della religione, dall’altro riconosciamo un grande valore alla fede- ha concluso Francesco Cicorella -. Essa risulta essere di aiuto alla crescita integrale della persona; a questo proposito ho fatto riferimento al ‘coping’ religioso (strategie di riduzione dello stress utilizzando la preghiera). La fede aiuta a costruire una buona concezione del sé, costruendo personalità riconciliate, con un buon livello di autostima, necessaria per la sopravvivenza psico-emotiva degli esseri umani. Quindi, la collaborazione tra la psichiatria e la religione diventa vantaggiosa per la salute della mente e dell’anima”.

la copertina del libro

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