REQUISITORIA DALLA NOSTRA TERRA CONTRO LE MAFIE DI UN PROCURATORE AMATO DALLA GENTE

L’Editoriale di DESIO CRISTALLI
Chi ha invitato l’ormai famoso Procuratore di Catanzaro NICOLA GRATTERI all’Università di Foggia ha ottenuto quel che si aspettava: una durissima requisitoria contro tutte le mafie anche della nostra Capitanata. “La Città di Foggia e la sua provincia stanno vivendo anni violenti, come furono violenti gli anni ‘80 e ‘90 in Sicilia e Calabria. Questo a causa di una mafia tracotante che sta costruendo il suo violento costume, come un pipistrello disorientato che si muove in una stanza ed è pericoloso e fa paura”. Su questa analogia terrificante l’eminente magistrato ha costruito la sua lezione agli studenti nell’aula magna del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Foggia, dove ha lanciato un accorato appello ai giovani e a tutta la società italiana di fare scelte nette e decise nella vita, anche a costo di esporsi ai boicottaggi. Quello che oggi è ritenuto da tanti il SUPERPROCURATORE nazionale ha entusiasmato il vasto uditorio in occasione della presentazione del nuovo corso di laurea in “Scienze Giuridiche della Sicurezza”, destinato a creare <<una classe dirigente in grado di riconoscere l’illegalità per combatterla a viso aperto>>. Quanto alle dimensioni del fenomeno mafioso italiano ha affermato che non rimane circoscritto al luogo di appartenenza ma si struttura persino a livello internazionale. “L’Europa – ha aggiunto GRATTERI – è una grande prateria in cui le mafie pascolano e reinvestono senza un vero contrasto al riciclaggio, mentre in Italia la droga viene tagliata e smerciata servendosi perlopiù di organizzazioni criminali locali e manovalanza spicciola. TUTTO QUESTO ACCADE ANCHE IN PUGLIA, DOVE DA ANNI PROLIFERANO LEGAMI E AFFARI TRA ‘NDRANGHETISTI E MAFIE TERRITORIALI”. Richiesto poi di soffermarsi sui temi dell’etica e della moralità, GRATTERI ha attaccato a testa bassa l’apparato della Pubblica Amministrazione. “Verifico un forte decadimento dei valori e un paese debole – ha aggiunto – in cui gli amministratori sono facilmente corruttibili. Anche se sono meno ricchi di 20 anni fa, puntano ad avere lo stesso target di vita e per questo sono pronti a ‘prostituirsi’ anche in cambio di poco. Non c’è più vergogna e quindi il decadimento dei valori facilita l’ingresso delle mafie nelle Amministrazioni”. Sulle tecniche investigative GRATTERI non ha dubbi: “La polizia italiana eccelle in professionalità. Ma sulle tecnologie è molto indietro: altrove i governi investono nell’informatica, mentre qui si spendono soldi in progetti inutili, magari tagliando i fondi sulle intercettazioni”. Non risparmia nemmeno stilettate all’eccesso di garantismo: “Oggi la magistratura italiana è al 36% di credibilità, minimo storico. Molte eccezioni preliminari nelle aule di giustizia non sono utili a garantire l’imputato, ma sono solo strumentali a non celebrare i processi”, un autentico sconcio in un paese in cui l’esigenza principale è quella di velocizzare i processi e rimettere in moto la macchina della giustizia. Di lezioni come quella di GRATTERI ce ne vorrebbero tante, in tutte le Università italiane e in ogni luogo pubblico, insegnando ai cittadini a discutere di questi grandi temi, quasi sempre accantonati in un Paese perlopiù parolaio e di scarsi contenuti sociali d’alto profilo.
