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RICCHI E POVERI, ‘CHE SARÀ’ CON JOSÉ FELICIANO 50 ANNI DOPO

Dopo la trionfale reunion sul palco di Sanremo 2020 (a 50 anni dalla prima partecipazione al Festival con ‘La prima cosa bella’), i RICCHI E POVERI regalano un’altra sorpresa: una nuova versione di ‘Che sarà’, a 50 anni dall’esibizione a Sanremo ’71 con JOSÉ FELICIANO, nuovamente insieme alla star portoricana. “Ricantare e riascoltare oggi questa canzone immortale, scritta da JIMMY FONTANA e FRANCO MIGLIACCI, è particolarmente emozionante. Il testo assume un sapore di speranza più che di malinconia se pensiamo ai tempi che stiamo vivendo, all’incertezza del futuro e a chi ci ha lasciato”, dicono i Ricchi e Poveri. “E’ stato un onore e una grande emozione” per il quartetto poter ritrovare JOSÉ FELICIANO, presente nel video, in collegamento dal Connecticut, per rinnovare a distanza uno dei più fortunati sodalizi musicali internazionali della storia. “Tutto può evolversi e cambiare positivamente – dice il quartetto che rappresenta oggi lo storico gruppo italiano più famoso nel mondo – la nostra reunion è un esempio di amicizia ritrovata”. Per ‘la brunetta’ ANGELA BRAMBATI, questo brano rappresenta molte cose: “Quando lo abbiamo cantato a Sanremo nel 1971 – ricorda – abbiamo parlato soprattutto agli emigranti che lasciavano l’Italia per trovare fortuna altrove e abbiamo raccontato la nostalgia e l’incertezza del futuro. Quando lo cantavamo in America, gli italiani si alzavano in piedi e provavano un’emozione difficile da tradurre. Oggi la canzone, per alcuni aspetti, è ancora più attuale perché quel ‘so far tutto o forse niente da domani si vedrà e sarà, sarà quel che sarà’ in fondo racconta la vita, è universale. Sarà quel che sarà vuol dire anche mettersi in gioco quotidianamente”. Per ‘il biondo’ ANGELO SOTGIU “questa canzone è fuori dal tempo e appartiene veramente a tutti. Nel cantarla e nel suonarla, FELICIANO ha messo la sua personalità artistica che lo ha reso famoso in tutto il mondo”. Per MARINA OCCHIENA, ‘la bionda’ tornata ‘a casa’ lo scorso anno dopo aver lasciato il quartetto nel 1981, “‘Che sarà’ significa affrontare la vita con fiducia, bisogna crederci. Auguro a tutti di pensare ‘Che sarà’, vuol dire avere ancora un domani”. Anche ‘il baffo’ FRANCO GATTI sottolinea l’attualità del testo: “‘Che sarà’ è quello che stiamo vivendo adesso con la pandemia. ‘Sarà quel che sarà’ rimarrà per sempre”.

G. C. 

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