RICORDI SANSEVERESI – SULLE STRADE DELLA CALIFO…GGIA
di ENZO VERRENGIA
Sulla strada provinciale costiera del Gargano, quando si guarda in basso dai tornanti più stretti, il mare si spalanca all’improvviso di sotto. Il panorama che conserva l’estate anche d’inverno diventa un abisso. Dove precipita il ricordo di ANDREA PAZIENZA, principe sublime di una plaga che si estende nella memoria oltre che nella geografia. In particolare il suo Gargano, vissuto e disegnato negli anni ’70.
Meta di un viaggio lungo molti chilometri in meno di ogni equivalente americano. Non le strade della CALIFORNIA, bensì della CALIFO…GGIA, da San Severo a San Menaio, salendo per le curve di Ingarano. All’epoca, non c’era il tracciato che aggira dall’interno il Lago di Varano. Bisognava inerpicarsi a Sannicandro e da lì scendere a Torre Mileto, percorrendo la via del mare. Alla riduzione delle distanze corrispondeva quella del mezzo impiegato. PETER FONDA e DENNIS HOPPER in “EASY RIDER “sulla sella del dragster, ANDREA PAZIENZA ed i suoi emuli sul Dingo Cross della GUZZI, un piccolo ciclomotore degno di un culto non inferiore a quello di cui beneficia la Harley Davidson.
Il cemento non aveva ancora ricoperto le pinete e la pioggia non allagava, però sferzava contro il plexiglas di un fantascientifico casco da moto (i ragazzi educati lo portavano anche prima che divenisse obbligatorio, per sciccheria). Temporali, trombe d’aria, tempeste di vento erano occasioni di avventura a portata di mano da casa, dal condominio di via Daunia, a San Severo.
Lo sfondo si trasmetteva dalla provincia alle grandi città, nei quartieri intermedi, compresi fra gli immobili proibitivi dei centri storici e le periferie già segnate dal degrado edilizio. I contorni costieri del Gargano contengono le estati con colonne sonore del tutto slegate dalla rivoluzione musicale degli anni ’70. Mentre imperversavano gruppi d’imitazione angloamericana dai nomi cervellotici, ANDREA PAZIENZA & CO. sognavano amori, sesso fugace ed avventura con le gigantesche cassette degli stereo 8 da cui veniva il sax di FAUSTO PAPETTI. Alternato al funky di IKE e TINA TURNER, JAMES BROWN, ecc. La colonna sonora di quell’ADOLESCENZA DORATA E NON DROGATA risentiva delle tempeste ormonali che si agitavano dentro. Più impetuose di quelle che oggi apporta il cambiamento climatico, ma non così devastanti. Perché fra paesaggio e musica si creavano le scintille che MARCEL PROUST aveva definito “le intermittenze del cuore”.