RIFLESSIONI DI CULTURA SPORTIVA COACH. CONTROLLO E IMMAGINE
di VANNI PELUSO CASSESE
Non è retorico affermare che il coach deve allenarsi. Egli è da considerarsi un ATLETA SPECIALE perché è sottoposto a un intenso coinvolgimento psicologico, nervoso, fisiologico e atletico. La sua è in buona parte una prestazione emotiva che richiede una non comune resistenza ai vari fattori di stress. L’allenatore se ha una buona condizione può dare il cento per cento di se stesso altrimenti non riesce, c’è qualcosa che non va, diventa nervoso. Il primo obiettivo, allora, è quello di stare in salute. Salute fisica, psicologica e morale. Sarebbe consigliabile ad inizio di stagione sportiva eseguire un completo check up medico. Un’equilibrata dieta contribuisce allo star bene ed a presentare un’immagine di sé più gradita. E’ bene che una sana attività motoria, come lunghe passeggiate, andare in bicicletta o in palestra, trovi posto nella routine delle attività fisiche del coach, così come sarebbe consigliabile frequentare corsi di yoga o, comunque, attività tendenti a favorire il rilassamento. L’altro aspetto importante, poi, è la vita privata ed i valori personali che incidono in misura caratteristica sulla prestazione. Buoni legami affettivi, in special modo quelli familiari, sono in grado di rendere il soggetto più stabile e sicuro. Un allenatore che conduce una vita da sportivo è una persona più credibile, essendo importante l’immagine che egli dà di sé. Ciò che il coach fa dalla fine di un allenamento all’inizio di quello successivo può rivelarsi altrettanto apprezzabile di ciò che fa durante una seduta d’allenamento. Anche il look ha la sua importanza. Certo un coach trasandato non riscuoterà molta simpatia. L’allenatore, inoltre, ha il dovere di condurre un altro tipo di allenamento in maniera continua, quello legato allo studio e all’aggiornamento. E’ professionalmente valido svecchiare costantemente i propri saperi, ammodernare le proprie metodologie, rinnovare le abilità di comunicazione, rinvigorire le capacità di saper motivare. Restare ancorati alle vetuste conoscenze, limita l’opera del coach e non lo rende competitivo. Acquisire, invece, nuova cultura e conoscenze scientifiche mette il coach nelle condizioni di padroneggiare l’evoluzione del movimento in cui opera consentendogli di… essere avanti. Certo, non occorre diventare scienziati. Ha importanza mantenere rapporti con altri coach, anche di altre discipline sportive. Negli anni in cui ho allenato a Foggia, avevo spesso spettatore sulle tribune del palazzetto, durante i miei allenamenti, l’allora allenatore del Foggia Calcio di serie ‘A’, Z. ZEMAN. Una sera, poi, rimasi particolarmente sorpreso quando lo vidi partecipare ad una Riunione Tecnica riservata agli allenatori di basket in cui trattavo l’argomento ‘La difesa match up’. Assistere agli allenamenti e alle lezioni di tecnica e tattica di Basket era un modo per ampliare la sua cultura professionale, crearsi le giuste occasioni per scovare spunti di riflessione utili a poter mettere in pratica nuove idee. E’ ben noto quanto ZEMAN, nella costruzione del suo gioco di squadra, abbia mutuato dal gioco del Basket. Negli USA si dice che molto della sua immagine il coach la costruisce all’università dei ‘colpi duri ’. A voler intendere nella pratica di tutti i giorni, poiché, ben sappiamo che non si può insegnare l’esperienza. Infine la propria immagine va amministrata particolarmente nei rapporti con i mass media. Bisogna imparare in fretta che non tutti i momenti sono buoni per parlare e ponderare ciò che si dice. Questo non vuol dire essere muti. I reporter devono scrivere, intervistare. I tifosi vogliono leggere, sentire. Le cose che si dicono dovranno, allora, avere i requisiti della semplicità senza avventurarsi in accuse, delazioni, commenti sgarbati. Anche nei momenti in cui tutto va bene per la propria squadra, non bisogna proporsi come un fiume in piena. In altre parole i giornalisti devono essere consci che nei loro contatti con il coach avranno a che fare con una persona equilibrata, accorta e congruente. Il coach è bene, poi, che focalizzi adeguatamente che lui esercita in una delle tre attività sociali che sono costantemente sotto i riflettori: politica, spettacolo, sport. Perciò bisogna sempre che sappia reggere e gestire sì gli applausi, ma anche i fischi, sì gli elogi, ma anche le feroci critiche.