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RILANCIARE SUBITO AEROPORTO “G. LISA” DI FOGGIA, CERCASI IMPRENDITORI

di MARIO BOCOLA

Serve urgentemente una cordata di imprenditori che hanno veramente a cuore le sorti dell’Aeroporto Civile “G. Lisa” di Foggia per rilanciare e promuovere lo scalo dauno, che vive da tempo in uno stato comatoso. I privati devono fare in modo che al “Gino Lisa” si torni al più presto a volare ed evitare che si possano perdere inutilmente fondi europei per finanziare i voli da Foggia per le direttrici del nord Italia. L’Unione Europea ha, infatti, tagliato i fondi destinati a sviluppare il traffico aeroportuale allo scalo foggiano, che prevedeva l’allungamento della pista di atterraggio dei voli. I finanziamenti disposti dall’Europa, 14 milioni di euro, per il Gino Lisa provenivano dal fondo per le aree sottoutilizzate e che ora sono stati ridotti del 25 per cento. Una recente normativa europea prevede, d’altronde, se il finanziamento pubblico supera i tre quarti del totale questo viene a configurarsi come un aiuto di Stato. Si tratta, quindi, di un altro ulteriore schiaffo al Sud destinato, ormai, a restare, sempre più emarginato rispetto al resto dell’Italia e dell’Europa. Solo un gruppo di imprenditori volenterosi di investire nel Mezzogiorno che tengano a cuore il vero rilancio di questa terra può far sì che al “Gino Lisa” si torni a volare. Ovviamente si è persa un’ulteriore opportunità per il nostro territorio che poteva diventare il volàno dell’economia dauna, dal momento che, se lo scalo foggiano fosse stato operativo, avrebbe significato un boom turistico notevole, soprattutto con i voli per Milano, in occasione dell’Expo’. Invece questo non è avvenuto e ciò è stato un grave danno per la Capitanata che si vede, ancora una volta costretta a subire. Nei mesi passati, come si ricorderà, alcuni imprenditori con l’impegno anche del Presidente della Provincia di Foggia, Francesco Miglio e della Regione Puglia si era arrivati molto vicino a concludere un accordo positivo che faceva ben sperare per il rilancio dello scalo dauno. Ma dopo tanto rumore è calato il silenzio. Perdipiù sulla questione aeroportuale era sceso in campo anche l’ex Ministro della Difesa, sen. Mario Mauro, che aveva prospettato la soluzione di utilizzare l’Aeroporto Militare Amendola anche per i voli civili, ma questa proposta è pure svanita nel nulla. Solo, ripeto, una volenterosa cordata di imprenditori della Capitanata, che “amano” veramente il territorio e intendano rilanciarlo seriamente per garantire uno sviluppo e muovere l’economia, potrà dare sollievo acchè all’aeroporto di Foggia si possa tornare a volare, sostenuta anche da un’azione politica forte e incisiva. Se, invece, manca il coraggio e la tenacia perché la Capitanata torni a contare in Italia e in Europa, grazie ai finanziamenti che l’UE destina per le aree sottoutilizzate, allora vuol dire che non vogliamo il bene del nostro territorio, ma lasciarlo allo sbando. La speranza, recita il proverbio, è sempre l’ultima a morire!

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