RILIEVI AI COMMISSARIAMENTI NEI COMUNI (ANCHE DI CAPITANATA) SCIOLTI PER MAFIA

A fine aprile, il senatore NICOLA MORRA, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e altre associazioni criminali, ha fatto considerazioni e rilievi sullo scioglimento dei Comuni, anche della nostra provincia, per infiltrazioni mafiose. Nella sua relazione sulla prevenzione della corruzione e sulla trasparenza nei Comuni colpiti dal provvedimento di scioglimento, ha preso in esame i dati relativi all’anno 2020 sulle gestioni commissariali, compresi i Comuni della Capitanata di Manfredonia, Cerignola e Mattinata, ma non di Foggia perché nel periodo esaminato la gestione era a metà del suo operato. Già dall’inizio della relazione emerge che numerose e complesse sono state <<le difficoltà, le carenze e le inadeguatezze individuate nella concreta operatività degli organi deputati a gestire le amministrazioni sciolte fino a nuove elezioni>>. Non è sufficiente, secondo il Presidente MORRA, il solo compito di governare gli enti al fine di ‘epurarli’ dalle infiltrazioni mafiose. <<In sostanza – ha evidenziato MORRA – i Commissari non avrebbero soltanto il compito di porre in essere quanto necessario a ricondurre alla legalità l’azione amministrativa, ma dovrebbero anche far fronte alle annose criticità: dal ciclo dei rifiuti al contrasto all’abusivismo, dalla realizzazione delle opere pubbliche deliberate come indifferibili e rimaste incompiute alla ricognizione del patrimonio immobiliare con definizione delle condizioni d’uso e del recupero dei canoni, dal contenzione irrisolto alle situazioni di squilibrio finanziario e del contrasto all’evasione tributaria. La maggior parte delle commissioni deve inoltre adottare disposizioni regolamentari per colmare lacune in settori ‘sensibili’, ove il disordine amministrativo e la mancanza di trasparenza nelle procedure hanno favorito la permeabilità dell’ente alle ingerenze delle consorterie criminali>>. Secondo MORRA, quanto alle conclusioni, <<pur risultando evidente che le problematicità riscontrate sono da ricondurre alla fase antecedente allo scioglimento degli organi eletti, è tuttavia necessaria una profonda riflessione sulle ragioni per le quali le commissioni straordinarie non siano state in grado di sanarle>>. E, infine, una mortificante conclusione: <<Le previsioni normative e le misure apprestate dall’ordinamento per prevenire i fenomeni corruttivi, sarebbero state ampiamente trascurate se non addirittura obliterate, non soltanto prima dello scioglimento ma anche successivamente nel corso del periodo di gestione straordinaria>>. C’è allora da augurarsi che il Legislatore nazionale possa lavorare con coscienza politica nel senso desiderato, ponendo riparo a certi “sconquassi normativi” che continuano a preoccupare, in questa materia socialmente scabrosa, tutto il nostro Paese.