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RISCOPRIRE LA PREGHIERA E LA MITEZZA PER SFUGGIRE ALLE LOGICHE DELLE GUERRE

In questi giorni siamo assaliti dagli orrori e dalla paura della guerra, che dai media arriva nelle nostre vite, facendoci assistere all’orrore e temere il peggio. Una crisi internazionale quella Ucraina, che riporta la guerra in Europa e che appare parte di un piano preciso, e per questo ancor più inquietante.
E’ chiaro che alle guerre non si arriva per caso, basti guardare la storia della nostra civiltà, costellata di eventi bellici che diventano paradossalmente pilastri storici, per quanto funesti. Viviamo in una civiltà che ha in sè i semi della violenza, basi che nemmeno la scolarizzazione, l’educazione in famiglia come l’azione religiosa riescono ad estirpare.
E’ difficile per noi credere che la guerra e la violenza siano evitabili, che facciano parte di un modello di pensiero e di un livello spirituale bassi, in cui trova spazio il peggio dell’essere umano: la stessa dimensione in cui trasciniamo la nostra quotidianità, quella che chiamiamo normalità, e che poi implode con ferocia in tanti eventi e tristi accadimenti. E’ difficile, ma dobbiamo riuscirci.
Sorvolando sulla volontà di mettere in piedi un conflitto e sulle conseguenze economiche di una guerra, che se per tanti è un danno per altri è il più grande affare, va detto che sviluppare una coscienza evoluta, che sappia finalmente rinunciare a quei principi e a quelle leve che conducono alla violenza, alla forza e quindi al conflitto, è l’unico modo per liberarsi dal ciclo delle guerre.
Un lungo percorso di evoluzione, potremo dire: cambiare sè stessi per cambiare il mondo. Un mondo in cui crediamo di aver creato la società del benessere, dell’evoluzione tecnologica, scientifica, economica, ma che se poi sprofonda in eventi bellici evidentemente tanto evoluta non è : manca senz’altro il rispetto per una cultura della mitezza, dell’incontro, della comunione, che conduce ad un’evoluzione personale prima e sociale poi e in cui la preghiera, come la contemplazione, possono essere fondamentali.
C’è da chiedersi allora quanto il nostro sistema di vita sia responsabile delle crisi sociali e internazionale che vediamo fiorire da ogni parte. Le guerre, di vario tipo, attualmente in corso nel mondo sono tante: in Africa coinvolgono 31 Stati e 291 milizie, in Asia coinvolti 16 Stati e 194 milizie, in Europa 9 Stati e 83 milizie, in Medio Oriente 7 Stati e 266 milizie, nelle Americhe 7 Stati e 35 milizie. Alla fine si contano 70 Stati coinvolti e 869 milizie, stando ai dati riportati dal sito www.guerrenelmondo.it
E’ chiaro che occorre incamminarsi sulla via del cambiamento, per spezzare una volta per tutte questa catena di sangue che macchia il nostro splendido pianeta.
La preghiera, l’incontro non fermeranno le guerre in corso, ma aiuteranno alla costruzione di una nuova coscienza, unico e vero antidoto all’abisso.

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